Quasi cinque mesi di carcere in una specie di semi isolamento a prato. Salvatore iodice, ex direttore della casa circondariale di massa, indagato per gli appalti pilotati nel suo stesso penitenziario, è uscito dalla galera per i domiciliari ieri mattina ed è tornato nella sua abitazione di spezia in tarda serata. Il tribunale ha concesso alla fine a iodice di tornare a casa, dopo che l’ok al giudizio immediato l’aveva tenuto segregato per quasi 5 mesi. Era il 6 luglio quando fu arrestato dal nucleo investigativo centrale di roma e dalla squadra mobile di Massa. Sarebbero dovuti trascorrere tre mesi, prescritti per la custodia cautelare, ma il pm rossella soffio titolare dell’inchiesta do ut des a sorpresa chiese il giudizio immediato e Iodice rimase in carcere. Si è già svolta la prima udienza e la seconda avverrà il 22 dicembre al tribunale di massa. Secondo i giudici adesso non esisterebbe più il pericolo di inquinamento prove, motivo per cui la soffio aveva voluto iodice in carcere fino ad oggi. Deperito, con 12 chili in meno, provato e amareggiato, iodice torna a casa. su di lui però pesano ancora oltre 40 imputazioni di reato, le più gravi la truffa e la turbativa d’asta. È accusato di aver facilitato amici imprenditori nelle gare di appalto per aggiudicarsi i lavori pubblici nel carcere di massa. Imprenditori che, sempre gli stessi, secondo l’accusa si sono arricchiti negli anni paralizzando il mercato. In cambio, sempre secondo l’accusa iodice, aiutato dal contabile del carcere e da altri dipendenti pubblici, riceveva favori, regali, ristrutturazioni personali. Anche mazzette. Una piccola cricca alla massese dunque, tutta da verificare, che ha però sconvolto la vita del carcere cittadino non poco. Tempo fa una perizia del medico legale della procura maurizio ratti inchiodò iodice al carcere di prato nonostante la richiesta dei domiciliari inoltrata dai suoi legali per problemi di salute.
