All’unanimità il Consiglio regionale ha deciso l’istituzione di una commissione di inchiesta sull’Asl 1 di Massa Carrara. A fronte della grave situazione finanziaria, l’assemblea toscana “ritiene che siano ulteriormente da chiarire le cause, i tempi, le modalità e le responsabilità della vicenda”, come pure debba essere accertato “l’ammontare effettivo del disavanzo”. Secondo l’assemblea toscana il fatto che la vicenda sia all’esame dell’autorità giudiziaria non impedisce di avviare una procedura per accertare i fatti ed il funzionamento dei meccanismi di controllo, il rispetto delle regole di correttezza, trasparenza e buona amministrazione. La commissione di inchiesta sarà formata da un rappresentante per ogni gruppo consiliare, dotato di voto ponderato in funzione della consistenza numerica del gruppo di appartenenza. La commissione dovrà terminare i propri lavori entro il 28 febbraio 2011.

La decisione è giunta al termine di un lungo dibattito.

“Quella dell’assessore è stata una difesa un po’ blanda. A fronte di tante segnalazioni arrivate da soggetti diversi, la Giunta regionale ha quanto meno una responsabilità in vigilando”. E’ quanto ha dichiarato Stefano Mugnai (Pdl), che ha espresso perplessità anche sulle modalità con le quali è stato scelto il commissario. A suo parere occorre fare chiarezza “sulle falle nel sistema” che hanno determinato l’attuale situazione.
Un richiamo al “senso di responsabilità” è stato lanciato da Rosanna Pugnalini (Pd), secondo la quale un “incidente di percorso” non deve mettere sotto accusa, “insinuando e strumentalizzando”, un intero sistema da tutti riconosciuto di buon livello. A suo parere “le scelte difficili e lungimiranti degli anni ’90” permettono di affrontare il futuro con una certa serenità, anche in vista dei profondi cambiamenti che ci aspettano fin dal prossimo anno.
“La relazione dell’assessore Scaramuccia è carente su molti punti. Le responsabilità della Giunta regionale ci sono, anche solo per il fatto che l’attuale presidente è stato alla guida della sanità toscana per dieci anni” ha dichiarato il capogruppo della Lega Nord Antonio Gambetta Vianna, sollecitando la costituzione di una commissione di inchiesta, “in nome della trasparenza invocata anche dall’esecutivo”.
“Non ricevere risposte alle questioni sollevate nelle nostre interrogazioni contribuisce ad una discussione meno serena. E’ indubbio che senza quelle risposte il clima si acuisce” ha rilevato Stefania Fuscagni, portavoce dell’opposizione, che aveva chiesto se c’erano state altre delibere della Corte dei Conti nel periodo 2000-2010 sull’Asl di Massa e su altre Asl toscane.
Secondo Marco Carraresi (Udc), “la prima ad essere felice della costituzione di una commissione di inchiesta dovrebbe essere la Giunta regionale”, che si troverebbe ad essere “supportata, e non confusa” nella ricerca della verità, “con un profilo diverso ed un taglio istituzionale”. A suo parere ci sono vari aspetti di cui rendere conto in sede istituzionale, e non solo da parte della Corte dei conti, ad esempio sul bilancio 2008, che registra “crediti di circa 230 milioni a fronte di un bilancio complessivo di circa 400 milioni, ed una crescita delle anticipazioni di cassa di 6-7 milioni”.
“Ci si può chiedere maggiore trasparenza, ma siamo un pezzo avanti. E’ grazie ad un funzionario del dipartimento della Regione ed alla Giunta regionale se il problema è stato sollevato ed è stato presentato un esposto in Procura” ha precisato il capogruppo Pd Vittorio Bugli, che ha ripercorso le tappe della vicenda, partita nel luglio scorso da una verifica sui bilanci 2009. Una verifica che ha messo in luce una gestione stralcio, sulla quale è stato chiamato a rispondere più volte il direttore, che poi si è dimesso. “Nella sanità italiana ci sono molte navi nella tempesta – ha concluso – La barca toscana è ancora in testa alla regata, è sufficiente che il timoniere non si distragga”.
“Lo sforzo di Bugli di dimostrare l’indimostrabile è degno di miglior causa – ha replicato Alberto Magnolfi (PdL) – Non giudichiamo chi, nel 2010, si è accorto di quello di cui ci si doveva accorgere prima. Non facciamo imputazioni a priori. La ricerca della verità è una forma di tutela delle istituzioni”.

Secondo il consigliere Giuseppe Del Carlo (Udc), la costituzione della commissione d’inchiesta permette al Consiglio di “recuperare il suo ruolo di indirizzo e controllo. Finora, era stato tagliato fuori da tutta la vicenda”.

Per Marco Manneschi (Idv) la commissione può svolgere un ruolo positivo e rispondere alla necessità di “approfondire e capire, per poi introdurre eventuali e ulteriori correttivi”.