Per chi ancora non lo sapesse, l’Accademia di belle arti di Carrara custodisce 12 gessi del celebre scultore Antonio Canova, celati tra la scuola e i magazzini di Monterosso. Un patrimonio tanto prezioso, quanto poco conosciuto. Mentre altre realtà esaltano lo scultore veneziano, basti vedere Forlì che lo scorso anno ha dedicato una retrospettiva a Canova con 20mila visitatori al mese o Possano, città natale dello scultore, dove esiste la gipsoteca canoviana, visitata annualmente da migliaia di turisti, Carrara rimane a guardare. Non sarebbe bene, invece, che l’amministrazione comunale e l’Accademia si decidessero a valorizzare la dozzina di gessi che custodisce? A sollevare la questione è David Chiappuella, Coordinatore regionale della Federazione Giovanile Repubblicana Toscana che ricorda la mostra dedicata a Canova in corso dal 22 al 26 novembre a Bassano del Grappa in occasione della XI settimana di studi dedicata allo scultore. Le istituzioni locali avrebbero tutto il vantaggio ad esporre al pubblico le opere dello scultore finora nascoste al pubblico, precisa Chiapuella che ricorda le 4350 presenze alla Biennale di quest’anno. Alcuni di questi gessi, poi, hanno un valore inestimabile, continua, è il caso, ad esempio, del monumento a Vittorio Alfieri, assicurato per 1 milione di euro, della Maddalena giacente, e dei Pugilatori, una copia è appartenuta allo stilista Gianni Versace. Le opere canoviane custodite dall’Accademia, insieme con un’altra quarantina dei 250 pezzi della gispsoteca dell’istituto, dovrebbero essere esposte l’estate prossima al primo piano di palazzo Binelli, futura sede della Fondazione Crc. C’è da augurarsi, insomma, che questi annunci ottimistici possano trovare riscontro e che finalmente Carrara metta in mostra ciò che di bello e prezioso possiede.