Marina di Massa in ginocchio: dopo la notte di Halloween e il giorno di Ognissanti, non è rimasto nessun angolo della costa asciutto. Non si sta al sicuro neanche lontani dalla montagna, che frana, o dai fossi e canali che esondano: in città il problema è la rete idrica, la rete fognaria che non regge a tanta acqua, una rete che, secondo le decine di testimonianze raccolte, è antica, fatta male, rattoppata. Subiscono danni gravi sopratutto le case con un dislivello più basso rispetto alla strada e non vengono risparmiati giardini, campi, taverne, garage, cantine, ma anche i primi piani delle abitazioni si ritrovano allagati. Centinaia le telefonate ai Vigili del Fuoco: la gente chiede idrovore per pompare via l’acqua dalle sue taverne, ma dalla centrale sono costretti a rispondere che, a causa della situazione di emergenza in montagna, l’intervento dei vigili è possibile solo se l’acqua supera in casa il metro di altezza. Nel giorno di festa, poi, neanche le ditte private noleggiano le pompe idrauliche e così i cittadini sono costretti a fare da soli, con secchi e stracci. Qui siamo in via Esperanto, a poche centinaia di metri dalla centralissima Piazza Betti: è un fiume, non più una strada. Una signora ci dice che ha un bambino di un mese in casa e che ha paura che per qualsiasi evenienza nessuno possa riuscire ad attraversare la strada. Si cammina, infatti, solo con gli stivali di gomma da pescatore alti fino al ginocchio. Tombini sovraccarichi che gettano acqua come fontanelle impazzite: succede in via Paolo Ferrari, Via Vittorio Veneto, Via Zolezzi. “Qui non abbiamo il fango- dice un cittadino- ma siamo ugualmente abbandonati. Deve scappare il morto anche qui perché qualcuno si accorga che la situazione è grave?”. In mattinata, per qualche ora, è stata chiusa la rotatoria che si trova in fondo al Viale Roma, perché l’acqua, che lì ristagna, aveva superato i 70 cm di altezza e le auto non riuscivano a scorrere. Per qualche ora è stato chiuso anche un tratto di Lungomare, precisamente quello in corrispondenza del fiume Versilia, per motivi di sicurezza e per prevenire incidenti. Centinaia di telefonate anche dalla zona di Partaccia: in via Calatella al Mare l’acqua ha raggiunto quasi il metro di altezza, in tutti i garage e le cantine, sott’acqua anche via Silca e via degli Unni. Stefano Rossi, un residente della zona ci fa entrare in casa sua: il cancello lo riconosciamo perchè da dentro spunta un grande tubo, che pompa l’acqua fuori e si sente un terribile rumore. Varcata la soglia l’acqua arriva alle caviglie: “Questa idrovora me l’ha prestata un amico, che ha una ditta e mi ha fatto un piacere- racconta Rossi- ma adesso l’acqua si sta alzando dall’altra parte della casa e lì per il momento ho tamponato con sacchi di sabbia”. Ci sono scarpe che galleggiano, vasi di fiori in giardino sommersi dall’acqua. Il Sig, Rossi confessa che in 30 anni sono stati due gli esposti alla Procura della Repubblica per denunciare l’incuria della manutenzione della rete idrica: “Un disastro annunciato- dice Rossi- e qui nessuno fa nulla; sono stato per ore negli uffici degli assessori Brizzi e Ofretti, ho parlato con ingegneri e tecnici del comune e lo stesso feci gli anni passati quando l’amministrazione era un’altra e questo è il risultato”. Cambiando zona, si allagano sopratutto le piccole arterie del Viale Roma: Via Empoli, Via Pisa, via Arezzo. L’acqua entra dalle finestre dei seminterrati e dalle porte principali e distrugge mobili, armadi, vestiti, oggetti; si porta via le cose più care. Non si passa in via Pandolfino, Via Magliano è ancora chiusa e non si contano più le cantine allagate. In Via dei Loghi l’acqua è alta 50 centimetri e i canali che costeggiano la strada non esistono più. Quasi impossibile percorrerla.