Scenario sconvolgente sarebbe quello offerto dall’ultimo bilancio del Cermec. Nonostante l’aumento delle tariffe che i comuni di Carrara e di Massa avrebbero concesso alla società, la situazione finanziaria sarebbe del tutto fallimentare: 28 milioni di debiti a fronte di soli 12 di credito; una situazione questa che sarebbe propria solo di un’azienda in fallimento, in poche parole ben 16 milioni di buco. Ma, secondo Ilari, ci sarebbe di più: almeno gli ultimi 3 bilanci del Cermec sarebbero stati redatti, in totale violazione delle norme del codice civile e dei principi contabili: tra gli elementi attivi della situazione patrimoniale sarebbero state iscritte spese di bonifica portate ad incremento di valore del terreno per importi che eccedono il relativo valore di mercato per circa 6 milioni di euro, mai stati considerati come spese. “Quando il capitale proprio di una società per azioni si riduce al di sotto del minimo previsto per legge, di 120 mila euro”, spiega il consigliere, “questa, secondo il codice civile, deve venir liquidata se il capitale non viene immediatamente ricostituito dai soci”. Per evitarne la chiusura insomma, i comuni di Carrara e di Massa dovrebbero versare al Cermec, diversi milioni di euro. “Sarebbe interessante capire inoltre”, afferma Ilari, “a quale o quali ditte sarebbero stati pagati “oneri non dovuti per circa dieci milioni di euro, che probabilmente non potranno essere recuperati”. Sarà mica la Delca socia al 49% di Erre Erre per il restante 51% al Cermec?”. In questo caso sussisterebbe anche una detrazione indebita dell’IVA per un milione di euro, che dovrebbe essere versata allo Stato maggiorata di sanzioni ed interessi. Ignote sarebbero le cause che avrebbero portato le amministrazioni a non sanare la situazione, che non abbiano letto bene i bilanci o che i bilanci non siano stati redatti nel rispetto della legge. “In ogni caso”, conclude Ilari, “tutto ciò è ora noto anche ai sindaci ed al Presidente della Provincia: se fosse confermato quanto sopra, questi avrebbero più o meno 24 ore per mettere mano al portafoglio: chissà con quale gioia dei cittadini loro amministrati”.