40 anni, una laurea in economia, una ditta di marmo fondata e poi abbandonata una decina di anni fa, un nome noto anche. Due figli che non può più vedere, ad oggi disoccupato. Tanto disperato da aver deciso di piantare la propria tenda sotto al Comune di Carrara questa mattina e di restarci fino a che non gli verrà permesso di vedere i suoi figli. Intanto ha cominciato lo sciopero della sete. All’albero accanto ha affisso una bandiera della pace, si dice pacifista e ricorda il suo impegno in politica tempo fa. Proprio con la politica però, afferma di aver chiuso, disgustato da tutto: adesso non fa che leggere libri di filosofia, soprattutto orientale. Ha un profilo su facebook che m’invita a visitare mentre accusa qualcuno di essere intento a manometterlo. All’interno della sua pagina personale accusa e accusa, con nomi e cognomi, anche persone note in città e che, a parer suo, vorrebbero farlo impazzire. “Non sopportano che io scriva la verità”, mi dice disperato “e vogliono farmi impazzire davvero”. Ce l’ha con i servizi sociali che per togliergli la patria potestà sul primo figlio si sarebbero rivolti al Tribunale dei minori di Genova. In tutto il giorno ripetute sono state le visite di polizia e vigili urbani che lo avrebbero invitato ad andarsene. Dall’Assessorato al Sociale però Bernardi, interpellato, è stato lapidario: “Non è una faccenda di nostra competenza, ma dell’Assessore Dell’Amico, della Polizia municipale”. Ma il giovane non intende andarsene ed asserisce d’esser pronto a passare la notte nella tenda: “So che vogliono mandarmi al manicomio”, afferma, “ma se verranno a prendermi facciano pure, possono anche farmi il lavaggio del cervello, a me non interessa, ormai posso anche morire”. Anche morire sì, così dice con fermezza e non sembra avere ripensamenti: “Se non posso vedere i miei figli è come se fossi già morto”.