Un buco di circa 50 milioni di euro e la regione toscana boccia i conti della asl1, da ieri sera nell’occhio del ciclone. Un bilancio non chiaro, incongruenze, dice la regione, impossibilitata ad approvarlo. Così il direttore generale antonio delvino si dimette, e con lui il direttore sanitario andrea macuzzi e la direttrice dei servizi sociali raffaella barbieri. Una cascata che investe l’intera azienda sanitaria, una azienda il direttore delvino aveva più volte considerato sana, con qualche problema di liquidità, ma risolvibile in poco tempo. in una delle ultime interviste telefoniche delvino ci aveva addirittura parlato dell’accensione di un mutuo che l’azienda aveva previsto per far fronte alle spese impellenti e non mettere in ginocchio cooperative sociali ed altri enti. Infatti i primi creditori nei confronti della asl1 erano proprio le cooperative e le associazioni come l’aias, la don gnocchi, l’anfass, la casa di riposo ascoli, i cui dipendenti pare non ricevessero stipendio da mesi, a causa dei ritardi dei pagamenti della asl. Debiti per 20 milioni di euro, denunciati a più riprese anche dalla politica, ma sempre smentiti o comunque minimizzati dal direttore delvino. Quello che è successo in queste ore, invece, è chiaro: la Asl presenta la chiusura del bilancio 2009, approvato dalla conferenza dei sindaci all’unanimità l’11 giugno scorso e dal collegio sindacale. La regione nota alcune incongruenze contabili, chiede all’amministrazione asl la documentazione necessaria a giustificarle e non avendola ottenuta fino in fondo, è costretta a respingere il bilancio 2009, scatenando la bufera. Cosa siano queste incongruenze al momento è difficile stabilirlo. La regione non ne parla, la asl tace. Ma c’è chi sa. In molti si erano occupati dei conti dell’azienda sanitaria, a livello locale a livello regionale. E poi c’è poco da dire. Quando i conti non tornano vuol dire che c’è di mezzo un buco di bilancio, generato da spese eccessive e fuori controllo alla fine, tanto che forse era per questo che la asl non riusciva a pagare le cooperative e i fornitori. Dove siano finiti questi soldi, in quali sperperi, consulenze, capitolati strani, questo non è dato saperlo. E forse i cittadini della provincia di massa carrara non lo sapranno mai, nonostante si tratti dei suoi soldi e di una ala gestione, almeno fino a prova contraria, dell’azienda sanitaria locale.