Gli ultimi dati economici occupazionali che riguardano il territorio provinciale dimostrano che stiamo un po’ meglio rispetto al 2009, ma solo perchè questo è stato un “annus horribilis” quello della crisi più nera, in cui il territorio ha ricevuto una grandissima batosta da cui, comunque, non si è ripreso e che gli impedisce di uscire dalla crisi. I dati confermerebbero una fase difficile, dove i “germogli” di ripresa sul versante della produzione industriale e delle esportazioni non si stanno traducendo in significativa crescita occupazionale. Secondo il report regionale sul mercato del lavoro pubblicato dalla Cgil nei giorni scorsi, la provincia di Massa Carrara ha contato nel 2010, dati aggiornati ad agosto, 413.165 ore di cassa integrazione ordinaria, ovvero il 33% in meno rispetto al 2009 quando le ore attribuite furono 619.766. Da un anno all’altro anche le ore di cassa integrazione straordinaria sono diminuite seppur di pochissimo, circa l’1%, passando da 891.012 del 2009 a 881.819 del 2010. In questo anno slitta invece in avanti la cassa integrazione in deroga che arriva a 593.746 ore assegnate, rispetto alle 11.268 del 2009. Secondo i dati dell’ultimo rapporto sul Mercato del lavoro della Regione Toscana, nel secondo trimestre del 2010 le ore di Cigo sono state 140.120, quelle di Cigs 670.215 e quelle di deroga 359.568. Un anno fa, nello stesso periodo, si ebbero il 63,7% di Cigo in meno e il 4,9% di Cigs in meno. Abbiamo chiesto un commento del quadro generale all’assessore alle politiche economiche della provincia Paolo Baldini: “Diminuiscono, rispetto al II° trimestre 2009, le ore di CIGO e CIGS ma, probabilmente, perché “avevamo già dato” prima; A conferma che il settore più critico è quello dell’industria e delle costruzioni, la provincia di Massa Carrara segnala con il 2,7%, per quanto riguarda la mobilità, l’incidenza più alta sul numero totale degli occupati dipendenti dell’industria. Un timido segnale positivo deriva dal dato degli avviamenti al lavoro che segnala, sempre su base trimestrale 2010/2009, un + 3,3%”. Secondo Baldini, in questo quadro generale,vanno meglio le imprese che esportano ma non si vive di solo export: “idee e prodotti con significativi contenuto di carattere scientifico ci fanno vincere- conclude Baldini- prodotti con alta intensità di lavoro a scarso valore aggiunto ci fanno perdere”.