C’è ancora molto da fare perché a Carrara, ma il problema è un po’ tutto italiano, si arrivi a soddisfare anche solo i bisogni minimi di un disabile, sia esso motorio, non vedente o non udente. A partire dall’abuso dei contrassegni sulle auto, così come la reale accessibilità nei parcheggi, fino a quella all’interno dei mezzi pubblici ed alle attività commerciali, il percorso da avviare sembra soprattutto dover esser quello che parta da un miglioramento della sensibilità e delle competenze di chi i lavori ed i servizi è tenuto non solo a farli ma anche a controllarne l’andamento. Per questo gli attivisti delle Associazioni Afaph e radicale “La Conca”, hanno pensato di cominciare con una mappatura del territorio.E primariamente bisognerebbe rendersi coscienti di quanto grande sia la necessità di progettare città diverse, perché, come afferma il presidente Afaph Carmassi, “tutti prima o poi, se non ci troveremo in carrozzina, comunque, invecchieremo”. A questo punto è facile capire quanto le barriere architettoniche e la difficoltà di accedere ad un autobus non vadano ad impedire la mobilità solo ad un disabile, ma anche ad un infortunato transitorio, ad un anziano e, semplicemente ad un genitore col passeggino Per questo motivo, gli organizzatori hanno chiesto di poter presenziare con i loro tecnici anche ai lavori di ristrutturazione della piscina comunale, riguardo all’accessibilità all’interno delle attività commerciali infine, tengono a ricordare quanto ogni esercente sia tenuto, al momento dell’apertura, a rispettare una precisa legislazione in materia. In merito quindi, si sottolinea, chi propone incentivi economici ad hoc, non tiene conto che, da tempo, si tratta semplicemente di ottemperare ad obblighi di legge che, conseguentemente, andrebbe solo fatta rispettare.