Immag015Una ventina di ragazze provenienti da tutta Italia ma anche da Carrara e zone limitrofe, come Massa e Pietrasanta, quelle che hanno voluto posare per l’opera di Vanessa Beecroft. Già selezionate dallo staff dell’artista quelle proposte sono state tutte ingaggiate, perché, come spiega lei stessa, “chi solitamente si propone per una mia performance conosce già il mio lavoro ed è così facile per noi entrare in una sorta di empatia. Chi posa per me inoltre quasi sempre risponde a quelle caratteristiche fisiche ed espressive che sono congeniali alla mia arte”. Una giusta dose di malinconia e delicatezza che ben rappresenterebbe insomma lo spirito della performance, quale emblema della contemporaneità, simbolo della precarietà e del venir meno dei valori. La figura femminile poi, ancora una volta, non a caso, protagonista. E questo “quadro”, che sembra farà da copertina al II volume di opere dell’artista è anche un omaggio al marmo; quasi tragica infatti questa disposizione di nudi viventi fra i calchi del “Battesimo di Cristo” di Mochi. Ma forse, azzardiamo noi, un accenno è anche alla tradizione pittorica, come a sconfessare chi vorrebbe l’arte contemporanea in completa rottura ed immemore di tutto ciò che fu: non può non venire alla mente infatti il quadro di Ingres, pittore neoclassico francese, di fronte alla figura posta in primo piano. Ma questo, lo ripetiamo è un azzardo interpretativo del tutto personale.