Entriamo nel complesso di aziende e concessionarie auto in via Massa Avenza e mai potevamo pensare che lì, nascosto tra i rovi potesse vivere qualcuno. Giulio Bertuccelli invece sta nella baracca, utilizzata un tempo come spogliatoi del campo sportivo della Dalmine, da circa 8 anni. Ci incamminiamo in un viottolo di passaggio costruito dallo stesso massese e ci accoglie Kent, il pastore maremmano che vive in una cuccia di legno accanto al capanno del padrone. All’interno un mucchio di vestiti, una brandina su cui dorme e oggetti appostati in ogni angolo. Nel campo accanto ci sono gli scafi delle navi incendiati e inquinanti, nell’altro un cumulo di terra tolta dal torrente vicino. In caso di maltempo piove dalle finestre, non c’è acqua potabile, corrente, né l’allaccio per il gas perché, come indicato anche in una recente relazione della Asl, quel posto non è abitabile; ma Bertuccelli non ha un altro posto in cui andare e dall’amministrazione comunale si è sentito rispondere che la bacchetta magica non esiste. Di notte il campo si riempie di animali e c’è uno strano via vai di macchine e persone. Qualche anno fa il capanno è stato addirittura messo sotto sopra da ignoti che hanno portato via l’unico orologio di valore. Ex autista dell’Asmiu, Bertuccelli è andato in pensione una decina di anni fa per problemi di salute, poco dopo si è separato dalla moglie e sono iniziati i problemi. Si è ritrovato in mezzo ad una strada, ha vissuto dentro la casetta Anas sull’Aurelia, poi l’allora assessore Giuntini, nella seconda giunta Pucci, lo autorizzò per spostarsi nell’area Dalmine. Doveva però essere una soluzione momentanea, 3 mesi, se non ci fossero state le elezioni e i relativi cambi al governo locale. Così è cominciata l’odissea di Bertuccelli e le varie richieste di una casa. L’unica soluzione la trovò l’ex sindaco Neri quando per 15 giorni gli mise a disposizione la Turimar. Alla fine Bertuccelli è tornato nel suo container dove vive tutt’oggi. La sua pensione da poco meno di 900 euro la spende per le molte medicine costretto a prendere ogni giorno, per le bombole del gas che deve comprare per scaldarsi e per i pasti, non più di uno al giorno dove capita. Vorrebbe una casa, ma nella graduatoria di assegnazione delle case popolari ha ottenuto un solo punto. Ed ora spera che l’attuale amministrazione gli dia una mano a trovare una sistemazione adeguata.