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giovedì, 12 agosto, 2010

https://www.antenna3.tv/2010/08/12/deciso-l%e2%80%99affidamento-del-40-delle-azioni-del-servizio-idrico-locale-a-societa-private-e-stato-fatto-martedi-scorso-durante-l%e2%80%99assemblea-dei-sindaci-svoltasi-a-lucca-gaia-stessa-avvier/

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Deciso l’affidamento del 40% delle azioni del servizio idrico locale a società private: è stato fatto martedì scorso durante l’assemblea dei sindaci svoltasi a Lucca. Gaia stessa avvierà le procedure per l’effettuazione della gara di privatizzazione.

di  Redazione web

Attoniti i membri del Comitato locale del Contratto mondiale per l’acqua per la decisione presa due giorni fa a Lucca dai sindaci dell’Ato numero 1. “L’assemblea si è conclusa nel modo peggiore”, afferma Ligutti del Comitato italiano del Contratto mondiale per l’acqua, “è stato deciso di affidare a Gaia le procedure per l’effettuazione della gara per la privatizzazione del servizio idrico, da sempre quando il Governo o come in questo caso l’assemblea consortile dei sindaci, devono prendere decisioni antidemocratiche o che vanno contro gli interessi dei lavoratori e dei cittadini si aspetta il periodo in cui le persone sono in ferie e che sono distratti da cose frivole e dal gossip”. Una conclusione considerata troppo repentina insomma, a fronte di una vicenda che ha mobilitato tanta parte della società civile, decisa a non rinunciare al proprio diritto all’acqua. In più, l’affidamento delle procedure alla stessa spa: decisione questa non sottoscritta all’unanimità, ma in particolar modo da quelle amministrazioni, tra cui quella carrarese, che avevano in Gaia un buon numero di azioni. “Siamo ormai alla divaricazione tra rappresentanti e rappresentati”, prosegue Ligutti, “e ciò concerne purtroppo anche le Amministrazioni che si dicono di sinistra, ponendo un vero problema di democrazia, di partecipazione alle decisioni che graveranno pesantemente sulle comunità locali”. E Mentre la CGIL di Lucca in una nota diffusa recentemente dimostrerebbe che le società che hanno privatizzato in anticipo sarebbero ugualmente indebitate e, in alcuni casi, ancor più di Gaia, la posizione assunta dall’assemblea dei sindaci, avrebbe in sé ben poco di democratico, secondo il comitato, e stesso giudizio negativo proviene dai circoli carraresi del Prc: “Malgrado gli appelli di moratoria, malgrado il Consiglio comunale di Carrara avesse approvato un odg contro la privatizzazione di Gaia, nonostante i cittadini avessero firmato in massa per i referendum dando un chiaro indirizzo politico (nessun referendum ha raggiunto il milione e mezzo di firme), i sindaci riuniti, senza alcun mandato dei Consigli comunali, competenti per legge a decidere sulle forme di gestione dei servizi pubblici, hanno deciso di privatizzare l’acqua con un anno di anticipo, senza neanche aspettare il 31 dicembre , data prevista dal decreto Ronchi per la messa a gara dei servizi a rilevanza economica”. In questo modo inoltre un intero ambito territoriale verrebbe chiamato fuori dalle decisioni che eventualmente l’anno prossimo potrebbero rovesciare le stesse normative a livello nazionale. “E’ evidente che dietro a questa urgenza si vuole anticipare il probabile esito del referendum che modificherà radicalmente la normativa in materia di servizi pubblici”, sottolinea ancora Ligutti, “eliminando ogni forma di Spa sia mista che totalmente pubblica, o privata, che eliminerà la possibilità di avere un profitto pari al 7% per le società private che partecipano con il 40% di azioni”. E allora, proprio per una manovra che viene considerata fondamentalmente irregolare, il comitato promette battaglia: “Personalmente ritengo che ci siano i margini per presentare un ricorso al giudice amministrativo contro il deliberato illegittimo dei sindaci”, conclude il rappresentante del Comitato,  “e contestualmente aprire una battaglia per l’uscita da Gaia per tornare all’azienda speciale con forme di controllo democratico dei cittadini e dei lavoratori”. A margine infine e in una nota più generale, è da ricordare quanto un ulteriore colpo di grazia alla battaglia contro la privatizzazione dell’acqua potrebbe proprio provenire  dalla discussa normativa nazionale, quella relativa appunto al federalismo demaniale. Se infatti fin ora la privatizzazione riguarderebbe esclusivamente la gestione del sevizio idrico, con la messa in atto del federalismo demaniale le sorgenti di acqua minerale e termale potranno essere trasferite ed essere inserite nel patrimonio disponibile e sottoposte quindi a piano di alienazione, in altre parole, vendute.

ore: 12:30 | 

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