Il comunicato dei Carabinieri

 

Nella notte si è conclusa la vicenda della bambina sottratta dai genitori all’istituto che ne aveva la tutela legale. Una vicenda certamente triste per le persone coinvolte, una minore di appena 5 anni ed i suoi genitori, e per i sentimenti messi in gioco. In questa sede non si tratterà comunque degli aspetti strettamente correlati alla vicenda tutoria, che esulano dalle competenze dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Massa-Carrara e della stessa autorità giudiziaria inquirente, il Dott. Dello Iacono, che ha coordinato le indagini, volta al rintraccio della minore.

Il 16 luglio verso le 12,30 circa, CAMPARINI Massimiliano e FONTANA Gilda, dopo avere tranciato una recinzione perimetrale della sede estiva del convitto Cenacolo di San Francesco, irrompevano all’interno della struttura con un’arma in pugno (non è dato sapere se autentica o meno) e sottraevano la propria figlia minore affidata alle suore dell’istituto dal tutore legale Avv. Sabrina Tagliati. L’episodio si era già verificato alcuni mesi fa, nel marzo 2010, allorquando la coppia aveva trovato rifugio all’estero, in Slovenia, per alcuni giorni.

Le modalità esecutive hanno fatto comprendere, quasi immediatamente, che potessero esistere forti elementi di similitudine con i più vecchi accadimenti e che, di conseguenza l’ipotesi dell’espatrio fosse la più plausibile.

Le immediate attività di indagine poste in essere da parte dei Militari dell’Arma hanno monitorato tutta una fitta serie di contatti che hanno immediatamente preceduto il momento della sottrazione della bambina. I fuggitivi avevano tuttavia fatto tesoro dell’esperienza maturata la volta precedente. Il telefono è stato disattivato (l’ultimo contatto in provincia di Varese ha indicato con chiarezza la direzione di fuga) nel giro di poche ore e non è stato mai più riattivato.

Gli inquirenti, partendo dal prevedibile desiderio dei genitori di mantenere contatti con amici e parenti hanno effettuato i controlli sui tabulati delle chiamate da e per i telefoni dei soggetti maggiormente legati alla coppia, sia immediatamente prima che dopo l’episodio verificatosi in Marina di Massa.

Uno in particolare ha attivato l’attenzione dei Carabinieri. Una chiamata, effettuata con un numero di cellulare svizzero ad un’amica: una innegabile compatibilità tra la direzione di fuga ed alcuni elementi raccolti sulla vita del Camparini che, stando a quanto riferito, alcuni mesi fa si sarebbe recato in Germania per ragioni di lavoro.

Immediatamente attivato il Centro Comune di Coordinamento Polizie e Dogane di Chiasso (una delle strutture di frontiera esistenti per il collegamento tra forze di polizie dei paesi confinanti), ha permesso di accertare che l’utenza era stata proprio acquistata dal Camparini in tempi precedenti. Tuttavia l’utenza ha di fatto smesso di funzionare prima che potessero essere attivate le normali procedure di controllo. I militari del Nucleo Investigativo, ritenendo plausibile un cambio di scheda, hanno immediatamente richiesto un controllo presso i gestori elvetici, appurando che una seconda utenza era stata attivata ed era operativa proprio su quel territorio. Immediata la segnalazione e l’attivazione dei canali di collegamento internazionali tra polizie e magistrature.

Sul fronte prettamente giudiziario, il Pubblico Ministero inquirente, ritenendo sufficienti gli elementi probatori acquisiti, avanzava al Giudice per le Indagini Preliminari di Massa una richiesta di custodia cautelare in carcere per sequestro di persona. La misura cautelare si fonda su due aspetti portanti: il rischio di reiterazione del reato (già per altro reiterato) ed il concreto pericolo di fuga. L’autorità giudiziaria accoglieva la richiesta emettendo il provvedimento.

Nella giornata di ieri 27 luglio, l’epilogo.

I genitori e la bambina sono stati rintracciati dalla Polizia Cantonale in territorio elvetico, in prossimità di Lugano. La bambina è stata presa in consegna dalle autorità svizzere che ne hanno curato l’assistenza e l’affidamento al tutore legale che immediatamente si è recato a Lugano per recuperare la minore.

Appreso nella circostanza che per questioni normative interne, che si sconoscono, le autorità erano intenzionate a procedere all’espulsione dei coniugi i Carabinieri di Massa-Carrara, in collaborazione con il comando Provinciale di Como, hanno provveduto al presidio dei varchi di confine. Alle 22,30 circa di ieri, i militari hanno fermato e proceduto all’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere di CAMPARINI Massimiliano e FONTANA Gilda, su cui attualmente pende l’accusa di sequestro di persona.