Le lamentele del Comune di Carrara circa la situazione finanziaria sarebbero giustificate. Ad affermarlo è il consigliere Laquidara, che si affretta ad aggiungere però, quanto le cause dipenderebbero sì dai tagli governativi e dalla crisi, ma anche dalle scelte sulla strada dei marmi che il consigliere del Pdl definisce sciagurate, poiché l’opera si sarebbe, secondo lui, potuta fare prima, meglio e risparmiando due terzi della spesa. “Il guaio”, sostiene Laquidara, “è che, per motivi tutti politici, oltre alle problematiche relative alla crisi che attanaglia il Paese e alla manovra studiate per affrontarla, a Carrara si rifiutano soluzioni in grado di portare sollievo alla disperata situazione”. E una di queste, per il consigliere sarebbe a portata di mano: basterebbe acquisire da AMIA il credito relativo all’affitto che GAIA non ha mai pagato, ammontante a ben un milione e 200 mila euro, e la ricapitalizzazione dell’ente gestore del servizio idrico alla quale il Comune si è impegnato a partecipare verrebbe  aggirata. In questo modo, del milione e 350 mila euro da versare a GAIA, attraverso una compensazione tra debiti e crediti basterebbe versarne 150 mila. Si sarebbe così di fronte ad un risparmio netto e ad una molto maggiore disponibilità per il Comune, che potrebbe restituire la somma ad AMIA con tutta calma. “Certamente però è più facile lamentarsi dei tagli del Governo”, accusa Laquidara, “che difendere i diritti dei cittadini derubati dai partiti che hanno imposto a GAIA un organico in esubero con costi di gestione annuali superiori di almeno un milione e mezzo di euro rispetto a quanto si potrebbe e si dovrebbe fare, mentre, paradossalmente, si ricapitalizza la società”.