Il progetto, presentato dalla Usl 1 di Carrara e predisposto per la collaborazione di altre aziende sanitarie toscane, in primis quella versiliese, dell’Università e il CNR di Pisa e dell’Università di Siena, è stato approvato in consiglio regionale, ottenendo un finanziamento, per il piano triennale di oltre 600 mila euro. Assolutamente necessario infatti si profila nel comparto del lapideo un approccio sempre meno empirico e più tecnico e basato su valutazioni oggettive del rischio in tutte le fasi di estrazione e lavorazione del materiale. Sembrano già ottimi i risultati ottenuti in questi ultimi anni, durante i quali un occhio di riguardo particolare è stato riservato appunto alla prevenzione di incidenti sul lavoro. Dal 2008 infatti nelle cave della provincia non si riscontrano più incidenti mortali e, dal 1997 ad oggi si è assistito ad una notevole diminuzione del numero totale degli infortuni. Si è passati infatti dai 230 ai 118 del 2008. Per quanto riguarda invece il 2009 si assiste ad un curioso aumento degli incidenti totali (dai 118 del 2008 ai 137 ), così come per quelli considerati gravi, con prognosi uguale o superiore ai 30 giorni, che tornano ad essere 13, lo stesso numero registrato nel 1997. Importante risulta però notare che, a fronte dei tre incidenti mortali del 97 da più di due anni non si assiste ad una morte in cava, mentre, per quanto riguarda il maggior numero di infortuni, un fattore potrebbe essere dato dal netto. Incremento delle ore lavorative di ciascun addetto che si è registrato proprio nel 2009, da 1403 ore a 1498 ma, anche e soprattutto, dall’introduzione di altre casistiche di infortunio nello studio. Se in passato non venivano considerati gli incidenti provocati da scivolate sui piazzali o in banchina, né modalità errate nella discesa del lavoratore dal mezzo, oggi, data comunque l’elevato numero di questi episodi, lo si fa, proprio nel tentativo di sottolineare l’importanza dell’attenzione in un lavoro tanto a rischio qual è quello del cavatore. Si rende necessario un cambiamento di mentalità insomma che, seppur lentamente e faticosamente, sta avvenendo. E all’interno del progetto, in particolare si procederà all’approfondimento dello studio degli ammassi rocciosi, della loro struttura geo-morfologica e geo-strutturale, finalizzato alle condizioni di stabilità, ed al momento il sito pilota di indagine è stato individuato nel Monte Torrione nel bacino di Fantiscritti. Si effettuerà poi l’istallazione di una rete di pluviometri in aree esposte a rischio idrogeologico: in ambito apuano è infatti da sottolineare il fatto come vi sia una possibile mutua interferenza fra l’assetto idrogeologico territoriale e la morfologia dei siti interessati da attività estrattiva. Ad alcune di queste centraline inoltre si pensa di istallare un sensore dei raggi ultravioletti e delle radiazioni solari che si fanno rischiose nei periodi estivi. Attenzione particolare infine, al miglioramento della sicurezza delle macchine con filo diamantato grazie ad uno studio effettuato nel 2007 sulla sua resistenza ed intrapreso in collaborazione col dipartimento d’ingegneria dell’ateneo pisano e grazie ad un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara.