E’ SCIVOLATO dagli scogli ed è caduto in acqua. L’insidia – come in un libro thriller – era adagiata sul fondale, a mezzo metro di profondità. Un tondino di ferro, aguzzo e tagliente che gli ha trapassato il piede da parte a parte. Non è che solo l’inizio del drammatico, terribile incidente capitato oggi pomeriggio ad un bambino di 12 anni, in gita alla Palmaria con i genitori. Il piccolo, in piedi, con l’acqua sino al costume, è rimasto intrappolato in quella posizione per quasi un’ora, mentre una vera e propria task force del soccorso si è adoperata per aiutarlo. Decine di uomini, fra cui alcuni sub dei vigili del fuoco, che si sono poi immersi in mare tagliando una parte dello spunzone di ferro, per permettere al bambino di liberarsi. E’ stato portato in ospedale con la scheggia di ferro ancora nel piede.
Tutto è iniziato nel primo pomeriggio al Pozzale. Non erano ancora le 16: il teen-ager stava giocando come tanti suoi amici e coetanei sugli scogli dell’isola. Andava a caccia di granchi, hanno detto alcuni testimoni. E forse è stato per seguire le mosse del crostaceo che è scivolato ed è caduto in mare. Non si sarebbe fatto nulla, ma sul fondo era sistemata una sorta di trappola: un tondino di ferro, vestigia di un vecchio ancoraggio, tanto arrugginito quanto appuntito. Immaginate il dolore che deve aver provato il bambino: il pezzo di ferro ha trafitto il piede da parte a parte. Immediatamente l’acqua si è tinta di rosso e il piccolo si è messo a piangere e a urlare dal dolore. Le sue grida hanno messo in allarme tutti i bagnanti della zona: si sono tuffati in acqua ma hanno capito che non potevano fare nulla. Lo spunzone era andato troppo in profondità, trapassandolo: c’era bisogno dell’intervento di qualcuno esperto che riuscisse a toglierlo senza provocare ulteriori danni al piede del piccolo.
Mentre veniva messa in moto un’imponente macchina dei soccorsi, sono arrivati i genitori del bimbo: la madre ha avuto un principio di malore nel vedere il figlio in quelle condizioni. Per fortuna il dodicenne, dopo i primi momenti di terrore, ha dimostrato coraggio: è stato più di un’ora con il piede infilzato senza perdere mai conoscenza.
Sul posto, al Pozzale, è giunta la capitaneria di porto e soprattutto tre squadre dei vigili del fuoco: i sommozzatori, il soccorso acquatico e i loro colleghi della sezione portuale. Non è stato un intervento facile: i sub si sono dovuti immergere nell’acqua con tanto di bombole. Dopo aver tranquillizzato il bambino hanno tagliato il tondino di ferro usando un paio di cesoie. Non potevano sfilare via tutto il pezzo, sarebbe stato troppo pericoloso, dato che il piede avrebbe potuto sanguinare ancor più copiosamente e provocare un’emorragia. Così il bimbo è stato liberato ma una parte del ferro arrugginito è rimasto nella carne straziata. Il piccolo è stato poi preso in braccio e sistemato su un mezzo nautico che è partito a tutta velocità verso il molo della Spezia. Qui, in passeggiata Morin, ad attendere il piccolo paziente c’era già un’autoambulanza che lo ha trasportato d’urgenza al pronto soccorso. I medici ospedalieri hanno effettuato una delicata operazione chirurgica per togliere il pezzo di ferro dal piede del dodicenne. L’intervento è riuscito, anche se è ancora presto per sapere se il bimbo avrà delle complicazioni nel camminare.
da Il secolo XIX