L’esecuzione delle predette misure costituisce il punto di arrivo di una articolata e laboriosa indagine, condotta congiuntamente dalla Squadra Mobile di Massa e il Nucleo Investigativo centrale della Polizia Penitenziaria, in materia di reati contro la pubblica amministrazione in relazione a lavori ed opere presso la Casa Circondariale di Massa.

  Detta attività, iniziata nella primavera dell’anno 2009, si è articolata con molteplici servizi, intercettazioni telefoniche ed ambientali, nei confronti del Direttore della Casa Circondariale, IODICE Salvatore, del contabile CANTONE Salvatore, responsabile dell’area amministrativo – contabile della Casa di Reclusione di Massa, del responsabile dell’Ufficio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche Toscana – Umbria – Ufficio Opere Marittime Livorno, RICCARDI Antonio, nonché di altri dipendenti del su citato Ministero, in servizio presso l’ufficio Operativo delle OO.PP. di Marina di Carrara, BERNARDINI Carlo e TENDOLA Stefano, nonché dei titolari di diverse ditte che avevano ottenuto gli appalti per i lavori presso la struttura penitenziaria.

   L’indagine ha messo in risalto un quadro di pericolosa commistione tra interessi pubblici e privati, tra le ditte operanti in carcere, nella fattispecie la Ci-ESSE  e la COMIES, entrambe facenti capo a  Santacroce Prospero, e le persone preposte alla regolarità delle procedure d’appalto, sia in relazione all’amministrazione della Casa di Reclusione di Massa (IODICE e CANTONE), sia in riferimento alle strutture del Ministero delle Infrastrutture (nelle persone di RICCARDI, Bernardini e Tendola), tradottasi nei delitti di corruzione, turbata libertà degli incanti, falsità ideologiche, truffe e frode in pubbliche forniture.

 All’esito dell’attività d’indagine sono emersi numerosi episodi di gare d’appalto per opere presso la Casa Circondariale, pressoché monopolizzate dalle anzidette ditte, in cui le irregolarità nelle definizioni di urgenza dei lavori da eseguire apparivano verosimilmente finalizzate a consentire indebiti guadagni, sulla base di presunti illeciti accordi, integranti la fattispecie di reato di corruzione per atti contrari ai doveri del proprio  ufficio, sia per le ditte, che in tal modo si sono assicurate l’assegnazione dei lavori, sia per i pubblici funzionari che hanno ottenuto prestazioni lavorative e vantaggi economici privati, consistenti anche nell’illecita dazione di denaro.

  Ma l’attività d’indagine ha, altresì, consentito di evidenziare anche abituali condotte di IODICE Salvatore il quale, nell’espletamento delle proprie funzioni, astenendosi in presenza di interessi propri, avrebbe favorito ripetutamente l’imprenditrice Martelli Morgana, nell’assegnazione di lavori attinenti il penitenziario, e, in totale spregio per la funzione da lui ricoperta, abusando così del proprio ruolo istituzionale per il perseguimento di fini privati, e distraendo a proprio vantaggio fondi pubblici.

  La condotta integrante gli estremi della corruzione da parte di IODICE, si è estesa anche ad altri appalti all’interno del penitenziario. Anche in tal caso al fine di procurarsi illeciti vantaggi, consistenti in lavori gratuiti presso la propria abitazione, il direttore avrebbe ripetutamente favorito, nell’assegnazione di opere di giardinaggio all’interno del penitenziario, imprenditori di sua pregressa conoscenza, nella fattispecie ANTONELLI Massimo e ROTELLA Mario Cesare, anch’essi destinatari di misure cautelari.

 Tra l’altro, all’esito delle indagini, è emerso che lo stesso, profittando della disponibilità di beni e mezzi dell’amministrazione, ne avrebbe  fatto ripetuto uso personale, svincolato dalla funzione da lui ricoperta, e, ricorrendo a falsi ideologici, avrebbe verosimilmente violato – in più occasioni – i precetti normativi relativi ai delitti di truffa aggravata, attestando falsamente di aver svolto servizio in momenti in cui è stato accertato che si trovava a svolgere attività del tutto private e personali.