Riprendono a crescere i prestiti, anche se non ancora alle imprese, continuano ad aumentare i depositi, peggiora però la rischiosità del sistema e i tassi, pur migliori di dodici mesi fa, in provincia permangono più elevati rispetto alla media regionale e nazionale. La situazione sul versante del credito sembra essersi leggermente ristabilita, grazie anche ad alcune misure pubbliche che in questi ultimi mesi sono intervenute a rifinanziare il sistema dei Confidi e ad interventi di microcredito da parte del sistema degli enti pubblici locali. Questa l’analisti dell’ISR della Camera di Commercio che sottolinea quanto i prestiti complessivi concessi dalle banche siano cresciuti in sede provinciale del +0,7%, a fronte invece di un andamento negativo della Toscana, con un -3% e dell’Italia, ferma al -0,5%. Necessario però sarebbe distinguere tra i destinatari. Se infatti tale crescita sarebbe stata trascinato da quella positiva del segmento privato delle famiglie, con prestiti e mutui aumentati di circa il 10%, il credito alle imprese sarebbe ancora in calo, registrando un -2,6%. Situazione questa che se appare sempre migliore della media nazionale, in cui gli impieghi alle imprese rilevano un -3,6%, soffre invece rispetto alla Toscana, dove la percentuale torna positiva, al 2,1%. Vi sarebbe però anche un dato confortante per le nostre piccole imprese: i prestiti starebbero salendo, sia pure di poco, ed anche l’edilizia starebbe ricevendo di più dalla banche. I depositi complessivi sarebbero saliti in provincia a quasi 2 milioni e 262 mila euro, ovvero quasi del 5% in più. Ma la vera novità risiederebbe nel ritorno al segno più della raccolta bancaria delle imprese locali, quasi al 2%, a testimonianza del fatto che gradatamente il sistema produttivo starebbe cercando di recuperare la tanta liquidità perduta nei mesi passati. Osservando un dato di più lungo periodo: negli ultimi 18 mesi, da quando cioè è iniziata la crisi, le nostre imprese avrebbero prosciugato i loro depositi bancari di circa 100 milioni, tanto che oggi le loro riserve ammonterebbero a 438 milioni: crisi economica che avrebbe quindi indebolito la capacità di rimborso dei crediti. Il tasso di sofferenza intanto sarebbe salito dal 3,5% al 5,3%, arrestandosi con quasi un punto in più rispetto alla regione e con uno abbondante rispetto all’Italia. Se la flessione del costo del denaro sarebbe proseguita anche nel 2010, altrettanto marcata sarebbe stata la riduzione del saggio di interesse.