Erano 23 i Comuni ed 11 Regioni quelle interessate dal provvedimento: tutte realtà del sud Italia, eccezion fatta per Massa, Carrara e Ventimiglia. Si trattava di una strategia finanziaria destinata alla copertura delle agevolazioni fiscali e contributive, su Ires, Irap, Ici e previdenza, per una durata complessiva di 14 anni. Una misura particolare, destinata ai territori maggiormente depressi e strumento che, in Francia, aveva ottenuto ottimi risultati per lo sviluppo e l’occupazione. In Italia ci fu una meticolosa fase istruttoria con tanto di riconoscimento da parte della Commissione Europea, al termine della quale l’allora Ministro per lo Sviluppo Economico Scajola convocò a Roma i sindaci interessati per siglare con loro veri e propri contratti delle Z.F.U. Nuovi provvedimenti legislativi, come il “Decreto Milleproroghe”, fecero saltare l’attuazione e delinearono modifiche al ribasso con la cancellazione di Ires e Irap. Si parlo di braccio di ferro tra Scajola e Tremonti, l’Anci si fece sentire, ma intanto il provvedimento restava nel cassetto. Ad oggi vera e propria virata; nella manovra finanziaria del 31 maggio pubblicata sulla gazzetta ufficiale l’11 giugno, scorrendo la lista dei territori interessati, se è stata aggiunta L’Aquila, sono scomparse Massa-Carrara e Ventimiglia. Insomma una bella doccia fredda, e la Camera di Commercio lancia l’allarme.
La manovra avrebbe interessato le micro e piccole imprese, con un massimo di 50 addetti e un fatturato massimo di 10 milioni di euro, in poche parole tutte o quasi le aziende della provincia site nella zona industriale che, di fatto, sarebbe rientrata nella zona franca urbana. Oltre 5 milioni di euro in due anni su cui molti imprenditori già contavano e per i quali la Camera di Commercio stava già organizzando un convegno per divulgare le agevolazioni. Amara sorpresa però che, una volta appurata, ha allarmato la Camera e l’Istituto di Studi e Ricerche, portandoli ad informare del caso tutte le istituzioni, provinciali, comunali e sindacali.
Insomma, nient’altro da dire per il momento, salvo sperare che le istituzioni locali ed i parlamentari provenienti dalla provincia prendano una posizione netta nei confronti del Governo e riescano a far sì che quest’ultimo onori il contratto sottoscritto.