In commissione audizione dell’assessore regionale Salvatore Allocca: “Fare presto, fare bene. Necessario un monitoraggio costante e dati sentinella su base mensile”. Fabrizio Mattei: “Abbiamo fatto tanto nel passato ma occorre un’inversione di tendenza. Una svolta anche di tipo culturale”

La situazione è di quelle da “codice rosso”. Un’emergenza che impone scelte e politiche “veloci perché il fattore tempo è altrettanto importante del problema in sé” ma sulla quale non si può intervenire se non a fronte di “un’accurata presa in esame dello stato dell’arte”, diversamente ogni indirizzo sarebbe una scelta tampone.

In sintesi questa la posizione dell’assessore alla Casa Salvatore Allocca sulla questione abitativa che ha assunto contorni e centralità tali da imporre un approccio “culturale, diverso”. Ne è convinto il presidente della commissione Mobilità e infrastrutture in Consiglio regionale Fabrizio Mattei (Pd) che a margine dell’audizione con Allocca, ricorda le “molte cose fatte dalla Toscana” ma spinge su “un’inversione di tendenza” per aprire ad una fase “fortemente innovativa”. “Da qualsiasi parte la si prenda, la situazione appare molto affaticata. Qualcosa non funziona”. Dal presidente un suggerimento a “partire da zero”, consapevoli di essere intervenuti nel problema, “abbandonando vecchie abitudini, guardando e imparando da esperienze che hanno funzionato”. “Il panorama nazionale – ha continuato Mattei – è desolante. Tuttavia la Toscana è un passo avanti alle altre regioni. Non basta”.

Dall’assessore un quadro della situazione incompleto: “Stiamo ancora raccogliendo i dati ma la sensazione è allarmante. Aumentano gli sfratti per morosità. Se non interveniamo, si rischia di far scoppiare una bomba”. Se la fase di ricognizione è dunque solo agli inizi “e non ci accontenteremo di acquisire la fotografia ma stiamo pensando ad un monitoraggio su base mensile per non allentare mai la guardia”, la strada su cui l’assessore intende muoversi è fatta di “principi e azioni”. “Il costruito deve essere utilizzato, il nuovo deve essere fatto nel rispetto dell’ambiente e con criteri di modernità per abbattere costi e tempi di realizzazione” perché “l’ammortizzatore sociale principe” è avere una casa ad “affitto calmierato e a basso costo di manutenzione”. Da qui l’idea di alloggi nuovi realizzati in legno “che possono innescare una filiera produttiva anche nuova”.  Toccato anche il nodo delle ristrutturazioni: “laddove è possibile, meglio demolire” per una migliore sistemazione urbana e perché “alle volte è più economico”.

Tra le azioni che Allocca intende intraprendere quello di una “sburocratizzazione procedurale evidentemente necessaria. Il tempo che passa dall’avvio dei percorsi alla realizzazione degli alloggi è eccessivo. Bisogna intervenire sul quadro normativo, scorporando i punti di urgenza per agevolare una lettura migliore e più efficace”. “In alcuni casi – ha detto – penso si possa procedere attraverso accordi di programma”.

Sul tavolo dell’assessore anche il nodo del patrimonio sfitto: “Dalla ricognizione non ancora conclusa si intuisce che la soglia è fisiologica. Dobbiamo comunque approfondire la questione”. Sul fronte risorse, il “pacchetto toscano è notevole considerato il quadro nazionale. Circa 200 milioni sono stati recuperati da progetti non andati in porto e 143 milioni sono stati impegnati per interventi di recupero e per nuove costruzioni”.

Numerosi gli interventi dei commissari. Dal consigliere azzurro Jacopo Maria Ferri, il suggerimento ad “acquisire il quadro raccolto dalla passata commissione sull’emergenza abitativa, quale punto di partenza anche se da aggiornare”. Un quadro definito “necessario” anche dal vicepresidente della commissione Giovanni Santini (PdL) anche per “verificare le situazioni di assoluta disparità nel territorio”.

Da Marco Ruggeri (Pd) la “filosofia di approccio all’edilizia residenziale pubblica deve cambiare. Occorre incrociare domanda con offerta e intervenire decisamente sulla piaga abusivismo”. Dal segretario della commissione Paolo Bambagioni (Pd), la necessità di arrivare a “scelte concrete per colmare un’ingiustizia sociale allarmante”. Da Giuliano Fedeli (Idv) la necessità di “controllare l’evolversi nel tempo delle diverse situazioni” ma anche metter mano a “quell’eccesso di garantismo che premia troppo spesso chi commette reato”. Da Paolo Ammirati (PdL) il suggerimento ad un “diverso rapporto con le banche per agevolate l’accesso al credito”.