servizio completo alla pagina  Telegiornale 17.6.10

 

“Considerato che l’immobile Volpi Holding di via Massa Avenza risulta attualmente da Voi occupato, senza che la curatela abbia stipulato alcun contratto di locazione, né percepito canone d’affitto, trattandosi dunque di occupazione abusiva, si intima il rilascio delle abitazioni entro il 30 giugno”.  E’ questa la lettera pervenuta a circa 30 famiglie che oggi vivono abusivamente negli ex uffici della Volpi Holding, società fallita nel luglio 2007, (a seguito di una lunghissima indagine della GdF di Massa Carrara finirono in manette lo stesso Volpi e altre 5 persone, tra cui la sua convivente Monica D’Aietti, per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta). Dopo il fallimento, il 18 luglio 2008 il curatore fallimentare Giorgio Dell’Amico è costretto a scrivere al Comune di Massa e al Questore per denunciare l’occupazione abusiva dell’edificio, scoperta dopo un sopraluogo che avrebbe dovuto stabilire il valore dell’immobile, per una futura messa all’asta. Scrive Dell’Amico: “la situazione riscontrata evidenzia un utilizzo completamente diverso dall’uso di uffici; una specie di dormitorio affitta camere, con opere di muratura non autorizzate”. Si tratta delle numerose famiglie, per lo più extracomunitarie, che oggi vivono in un vero e proprio condominio: ogni ufficio è diventato un appartamento; dove non c’era il bagno è stato costruito assieme agli angoli cottura; sono sorte pareti divisorie per creare le camere; le famiglie vivono distribuite nei due piani sopraelevati, ma anche nel seminterrato, dove però le condizioni igieniche non sono le migliori, a causa di umidità e fogna nera che trasuda spesso dalle pareti. Le unità immobiliari, secondo la stima del curatore fallimentare, sono 20, ma i nuclei famigliari arrivano forse a 30; in un solo appartamento vivono anche 10 cittadini marocchini che al momento non si sa se siano regolari con il permesso di soggiorno o clandestini; un piano è quasi tutto abitato da coppie romene. Tre sono le famiglie massesi, che invece vivono lì da circa 8 anni. Chi gli ha permesso di entrare? Secondo la testimonianza della signora Carmen Tongiani, che vive in uno degli appartamenti con il figlio malato, la maggior parte degli uffici fu affittata ancor prima del fallimento della società: lei pagò 6000 euro a Monica D’Aietti, a quei tempi segretaria del Volpi, per entrare da subito a vivere in uno degli uffici, il più grande, quando ancora gli altri erano funzionanti. L’affitto prevedeva 550 euro al mese, compresi di bollette della luce; la sig Tongiani ha pagato questo affitto alla D’Aietti fino ad un mese prima del suo arresto; adesso la proprietà  richiede lo sgombero e il 30 giugno dovranno abbandonare la loro casa.