Secondo Rifondazione comunista di Carrara l’obbligatorietà della privatizzazione del servizio idrico prevista dalla legge sarebbe una mistificazione, poiché la norma prevedrebbe la messa a gara dei soli servizi pubblici definiti a rilevanza economica ma, essendo l’acqua, al contrario definita bene non economico, comune ed essenziale per la vita, la stessa privatizzazione potrebbe venir revocata. Non vi sarebbe infatti alcun obbligo comunitario o sentenza europea ad imporre l’ingresso dei privati. La risoluzione del Parlamento europeo dell’11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno già avrebbe affermato che, “essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”. Gli stessi organi della UE avrebbero inoltre più volte sottolineato che alcune categorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza; come si evince da una Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo del 2004: “…le autorità pubbliche competenti (Stato, Regioni, Comuni) sono libere di decidere se fornire in prima persona un servizio di interesse generale o se affidare tale compito a un altro ente”. Stesso concetto sarebbe stato ribadito anche due anni più tardi dalla Corte di giustizia. “La Comunità Europea”, si afferma ancora dal Prc, “prevede nel proprio ordinamento la possibilità della gestione in house dei servizi pubblici locali e che tali disposizioni siano direttamente applicabili in Italia”. Insomma, la gestione pubblica dell’acqua sarebbe ancora possibile, questa è l’opinione del partito, ma ciò sarà fattibile solo se i sindaci avranno la responsabilità e la volontà politica di stare dalla parte dei cittadini e non di lobby politiche ed imprese private. “Si può e si deve avviare un percorso di risanamento di Gaia”, sostiene il comunicato, “partendo dalla eliminazione dei Consigli di amministrazione, sostituendoli con coordinamenti dei sindaci o dei loro delegati già retribuiti, andando così a ridurre gli sprechi. Dichiarando di volere consegnare l’acqua ad un monopolio privato che farà aumentare le tariffe al contrario, si scaricherà sui cittadini una scelta infelice e la voragine economica che Gaia ha accumulato”.