Un cliente ha scoperto un apparecchio sospetto mentre faceva un prelievo. Indagini della polizia

SE N’E’ accorto un cliente, uno spezzino di 47 anni, mentre stava per fare un prelievo al bancomat. Un pezzo dell’apparecchiatura gli è rimasto in mano, mentre stava introducendo la tessera. Per la precisione lo sportellino di plastica, con la freccia che indica proprio l’apertura del bancomat. Il problema è che sul retro c’era un vero e proprio apparato elettronico, fatto di circuiti, microchip e persino led luminosi. Una cosa molto sospetta e il cliente ha chiamato la polizia e successivamente la banca. Si è scoperto così che era stato messo in atto un tentativo di clonazione in grande scala, non riuscito solo perchè il cupolino, evidentemente incollato male, si è staccato improvvisamente. E’ molto probabile però che alcune decine di bancomat siano stati duplicati e sono in corso indagini, sia da parte della polizia che, quelle interne, dell’istituto di credito per verificare la portata della clonazione.

La scoperta è stata fatta nel tardo pomeriggio di martedì. Erano le 19.30 quando un uomo si è presentato nella filiale del Monte dei Paschi di Siena, in via Chiodo, per fare un prelievo al bancomat. Non c’è riuscito perchè lo sportellino si è rotto. Nel retro, la sorpresa con circuiti integrati, chip e luci varie. Troppo sospetto. A quel punto ha preferito chiamare il 113. Gli agenti della polizia hanno raggiunto lo sportello bancario nel giro di pochi minuti. Hanno guardato a lungo il pezzo del bancomat: non potevano esserci dubbi era stato clonato. Nel frattempo erano stati chiamati i dirigenti del Monte dei Paschi. E’ arrivato il vicedirettore dell’istituto di credito, un grossetano di 34 anni, che ha confermato la netta sensazione che avevano avuto i poliziotti: quel pezzo sicuramente non faceva parte del bancomat “originale”. Sulla parte esterna, quella visibile, c’era la dicitura “inserire la tessera” mentre il capolavoro di informatica era sul retro.

Gli agenti lo hanno sequestrato nella speranza che possa essere stata lasciata anche qualche traccia importante, tipo impronte digitali, da chi l’ha fabbricato. Difficile avere riscontri dalle telecamere dato che non esistono quelle interne che puntano direttamente sul bancomat ma solo quelle esterne. Quindi non si può vedere il momento della sostituzione. Secondo la questura i bancomat clonati – e quindi i clienti che si sono visti alleggerire il conto corrente – potrebbero essere alcune decine, mentre il Monte dei Paschi non ha voluto quantificare l’entità economica della truffa.