La Lega Nord provinciale non ha dubbi. Sarebbe ottimo il principio contenuto nella norma che porta la firma dell’onorevole del Carroccio Polledri: «richiamare gli imprenditori del settore lapideo, che lavorano grazie a una concessione dello Stato, a un ruolo di maggiore responsabilità sociale, affinché vi siano maggiori ricadute positive sul territorio». Ciò sarebbe ben lontano da quelle che il partito definisce le strane alchimie proposte dal PdL e che da qualcuno sarebbero già state paragonate all’antica mezzadria. Sul tema del marmo la Lega ha una posizione netta: “i blocchi estratti in Italia, e a maggior ragione se provenienti dalle Apuane, prima di tutto devono essere destinati a soddisfare la domanda di lavorazione interna, occorre inoltre andare verso un’estrazione rispettosa dell’ambiente e capace di distribuire più ricchezza sul territorio”. La neoconsigliere regionale Marina Staccioli, inoltre, avrebbe fatto, nella recente campagna elettorale, della difesa delle Apuane un suo cavallo di battaglia, riuscendo a trovare l’attenzione di Polledri: “Se l’iniziativa andrà in porto”, sostiene, “il ministero di anno in anno stabilirà le percentuali massime del materiale grezzo da destinarsi al mercato delle esportazioni e s’introdurranno incentivi per chi lavora la pietra sul territorio, nonché disincentivi per chi la fa lavorare all’estero». A Carrara inoltre, la Lega ha domandato il parere dell’avvocato tributarista Tognarini, che ha definito gli attuali 16/18 milioni di euro riscossi ogni anno dal Comune un gettito consistente. Se dire che il lapideo “paga poco” sarebbe quindi per il legale un ritornello tipico della propaganda della maggioranza e dunque la gestione separata delle entrate del marmo rappresenterebbe una soluzione di trasparenza, pur tuttavia sarebbe ugualmente probabile che esista uno spazio per chiedere qualcosa di più. Gli aumenti dovrebbero essere però collegati a incentivi fiscali, magari a favore delle imprese che lavorano in loco e che in zona acquistano beni strumentali per l’estrazione. Questa proposta è da noi condivisa”, si conclude dal Carroccio, “poiché la relazione tra sgravi fiscali e investimenti sul territorio va nella direzione di premiare le imprese virtuose che creano ricchezza in terra apuana, mantenendo inalterate le entrate nelle casse comunali, un aumento indiscriminato della tassa marmi avrebbe al contrario il solo scopo di far entrare più risorse senza tener conto del tessuto produttivo locale”.