Si tratterebbe di una delle ennesime vergogne carraresi, questo sostiene il Consigliere Musetti che accusa l’Amministrazione di aver approvato la deliberazione 631 senza che la Giunta effettuasse alcun passaggio in sede di Consiglio. Con tale delibera se ne sarebbero revocate ben altre 9, che avevano invece stabilito lo stanziamento di fondi, circa 500 mila euro, e approvato così la messa in sicurezza di edifici pubblici a rischio strutturale. “Si sarebbero potute tagliare risorse destinate alle associazioni”, sottolinea il consigliere, “o ridurre il budget della biennale di Carrara, oppure ancora, tagliare i premi destinati agli organi dirigenziali, invece, si è andati a colpire proprio là dove si rischia di mettere a repentaglio la vita dei nostri figli”. Secondo Musetti il Comune avrebbe commesso un vero e proprio reato nei confronti dell’interesse collettivo e della sicurezza pubblica, soprattutto di fronte ai casi drammatici accaduti in Italia a causa di scuole fatiscenti e di tetti crollati. I tagli approvati riguarderebbero, seguendo l’elenco del consigliere, appunto 9 strutture: la Scuola Materna della Doganella, la Scuola elementare Giampaoli, il Nido le cicogne, la Scuola materna di Castelpoggio, la Scuola Media Leopardi, nonché le due palestre delle Scuole Medie Dazzi e Leopardi, oltre ad altri luoghi frequentati da giovani, come la Pugilistica Carrarese e l’Impianto polivalente di via Bassa Grande. Bisognerebbe inoltre tenere conto che lo scorso anno ci sarebbero già stati casi di cedimento dell’intonaco o di cornicioni, precipitati sino alla chiusura di parte di alcuni di questi stabili. “La sistemazione della piscina è sicuramente un intervento importante”, prosegue Musetti, “ma questo non può pregiudicare la messa in sicurezza di altrettanti edifici nei quali studiano i nostri ragazzi. La scusa del magro bilancio non è certo valida, sopratutto nel momento in cui si spendono centinaia di migliaia di euro per eventi e remunerazioni di si sarebbe potuto fare a meno. “Sarebbe il caso”, conclude, “che l’Assessore alla cultura facesse valere la propria posizione richiedendo con forza i soldi destinati alle scuole, magari riducendo i costi della biennale, che ci costerà da sola un milione di euro”.