“Vangelo e marciapiede”: ospite venerdì scorso delle associazioni culturali “Open”, “La Conca” e “Arci” Don Luciano Scaccaglia. Un prete scomodo che nella migliore tradizione di Padre Balducci, Don Gallo e Don Ciotti ha fatto della sua chiesa un luogo di credenti e non. Una chiesa del rinnovamento quella di Santa Cristina a Parma, è quella di Don Luciano Scaccaglia, ispirata al Concilio di 50 anni fa, oggi rifiutato dalla gerarchia ecclesiastica. Un prete scomodo insomma che rischia in prima persona con la vera testimonianza cristiana dell’accoglienza reale nei confronti degli ultimi. E della comprensione vera, in un periodo storico in cui il Vaticano si oppone alla depenalizzazione in sede ONU dell’omosessualità, ha il coraggio di affermare: “gli omosessuali sono figli di Dio”. E se Carrara, negò il proprio gonfalone alla manifestazione nazionale contro l’omofobia, sull’argomento Don Scaccaglia non ha dubbi “L’amore, quando esiste veramente è sempre lo stesso, sia esso eterosessuale o no”. E se discriminare significherebbe sempre andare contro la parola di Dio, la potenza della figura del Cristo sarebbe testimone di una modernità spesso ancor oggi disconosciuta dalla scelta che spesso si fa dei passi del Vangelo, non arrivando a spiegare il carattere rivoluzionario di un personaggio Gesù di Nazareth, che fra i primi nella storia occidentale negò con forza il maschilismo.