Numerose le iniziative in tutto in mondo e nelle grandi città italiane, a Milano come a Firenze, dove l’associazione internazionale Information Safety and Freedom ha organizzato a Palazzo Medici un incontro dal titolo “La mafia fa affari ma non fa notizia, infiltrazioni criminali nella società toscana ai tempi della crisi economica”. Ma tra le iniziative principali è stata la conferenza stampa organizzata all’Aquila dalla sezione italiana di Reporters sans Frontières che, immediatamente dopo ha pubblicato sul proprio sito la lista dei 40 “Predatori della Libertà di Stampa nel mondo”: sono politici, funzionari statali, esponenti religiosi, milizie e organizzazioni criminali che attaccano direttamente i giornalisti e per i quali la libera stampa è un nemico privilegiato. Difficile la situazione in gran parte dell’America Latina, così come in Africa, mentre in Medio Oriente ed Asia si sarebbero evoluti i rapporti di forza, seppur la Cina tenga attualmente imprigionati ben 30 giornalisti ed altri 75 tra internauti e blogger. Puntuale inoltre giunge il rapporto annuale di Freedom House che fotografa la libertà di stampa nel mondo, in cui L’Italia slitta al 74 posto della classifica. Davanti a noi tutti gli Stati dell’Europa Occidentale. L’unico Paese tra le grandi democrazie occidentali ad essere considerato “Parzialmente libero”; l’unico paese dell’Europa occidentale ad avere la libertà di stampa minacciata dall’attacco delle istituzioni, in compagnia di Benin, Hong Kong e India. Durissima Freedom House, per la quale la concentrazione dei media nelle mani di un solo soggetto e la pesante interferenza del governo sull’operato dell’emittente pubblica, confermerebbero lo stato dell’Italia, un paese già classificato l’anno scorso come Partly Free, in cui però le condizioni sarebbero peggiorate quando la stampa si sarebbe scontrata con la sfera personale del presidente del Consiglio, dando vita ad azioni legali contro le principali testate italiane e straniere e, soprattutto, introducendo la censura dei contenuti critici da parte dell’emittente pubblica.” L’Italia insomma, ultima delle democrazie occidentali, in un panorama mondiale tutt’altro che confortante, in cui l’Unesco ha promosso per oggi un minuto di silenzio tra le redazioni di tutto il mondo, in onore dei più di 1.500 professionisti dell’informazione uccisi negli ultimi 14 anni, e chiesto ai paesi con il numero maggiore di vittime recenti, di indagare a fondo sugli omicidi, per fermare il sangue e interrompere l’impunità per i killer dei giornalisti”.