I nonni di una neonata spezzina nata il 3 settembre 2009 alla Spezia, e sopravvissuta appena dieci ore, hanno scritto una lettera aperta indirizzata alla magistratura. Si dichiarano «amareggiati e indignati per i ritardi della giustizia». Sono passati quasi otto mesi dal decesso di Viola e i familiari della piccola chiedono un accertamento dei fatti.

Nel mirino, il ritardo dei consulenti nominati dal giudice Airoldi del tribunale di Genova, nel consegnare la perizia. Attraverso l’avvocato spezzino Paolo Masseglia ne hanno chiesto formalmente la sostituzione. Avevano 90 giorni di tempo, dal 10 settembre 2009: un tempo che, sottolineano i nonni di Viola, è scaduto da molto. La vicenda risale a giovedì 3 settembre 2009. La madre di Viola, Alessia, si presentò con una gravidanza normale, a termine, all’ospedale spezzino Sant’Andrea. Entrò alle 10 di mattina.

Le fu praticato un cesareo alle 16,21. Fu un parto asfittico. La piccina non pianse, non riuscì mai a respirare da sola: trasferita d’urgenza al Gaslini, morì alle 2 di venerdì notte. I familiari si sono rivolti alla Procura della Spezia, che, con il sostituto procuratore Maurizio Caporuscio, ha svolto indagini. Il tribunale di Genova, competente perché la piccola è morta al Gaslini, (dove è stata eseguita l’autopsia), ha disposto la consulenza. Indagate risultano due dottoresse ed una ostetrica dell’ospedale spezzino Sant’Andrea.

da Il Secolo XIX