Colta ne vivo, l’Amministrazione carrarese, dal recente appello del Sunia. Il Comune infatti si sarebbe già attivato da tempo per dare risposte concrete all’allarme “case popolari”. Questo si apprende dal comunicato secondo il quale il sindaco Zubbani avrebbe già richiesto di attivare con urgenza una riunione del L.O.D.E provinciale, per porre all’attenzione la situazione dei 200 sfratti che l’Erp ha inviato ad altrettante famiglie, perché non in possesso dei titoli necessari per legge a continuare la permanenza negli alloggi. La proposta del Sindaco, che dovrebbe essere inoltrata alla regione Toscana, è quella di procedere ad una sorta di sanatoria per regolarizzare le varie situazioni. L’Amministrazione quindi avrebbe come priorità la risoluzione dei casi sociali presenti nel territorio comunale e l’Assessore alle politiche sociali Bernardi tiene a ricordare a Puntelli, dal quale partì l’appello, che a rivestire la carica di segretario generale del Sunia non sarebbe lui, presidente dell’Associazione Proprietari Utenti, ma Stefano Freschi. Difendere le famiglie sfrattate quindi sarebbe, secondo Bernardi, contraddittorio da parte di chi, come Puntelli, tutela gli interessi dei locatari. L’accusa di Bernardi prosegue in merito al caso delle due famiglie italiane che risiedono accanto agli stranieri alla Doganella: l’Assessore sottolinea che, pur essendo in carico ai servizi sociali dai primi anni ’90 “a volte più di così proprio non si può fare”. Circa infine i senegalesi sgomberati da un fondo commerciale attiguo, che avevano affittato regolarmente ma adibito impropriamente ad abitazione, il Sindaco in persona ha assicurato all’avvocato della CGIL che avranno ancora 30 giorni di tempo e che, a termine giunto, l’alternativa potrebbe essere l’aiuto economico per pagare il canone di un’abitazione privata. Sempre in merito allo stesso incontro, nel comunicato, Bernardi, oltre a chiedere testualmente “che c’azzeccasse l’ARCI?”, precisa che il signor Momar Tall è stato ricevuto dal Sindaco, non in quanto presidente dell’Associazione Senegul, che non risulta iscritta all’albo delle associazioni provinciali, ma semplicemente perché quest’ultimo si sarebbe inserito con gli altri senegalesi nella riunione.