“La politica degli sfratti non rappresenta un rimedio ai disagi della città e le politiche sociali dovrebbero indagare profondamente il malessere dei cittadini, non servirsi unicamente di metodi coercitivi, atti ad intimidire coloro che vi si rivolgono.” Questo dichiara amaro Puntelli, segretario generale del sindacato degli inquilini ed assegnatari, all’uscita dal suo incontro col sindaco Zubbani, l’Assessore e la dirigenza al sociale. Sono ben 200 le famiglie che a Carrara hanno ingiunzione di sfratto, in quanto sprovvisti del titolo necessario. Le situazioni che emergono sarebbero fra le più disparate: “Persone che magari, in una situazione di emergenza, erano state indirizzate dall’assessore di turno ad occupare alloggi”, afferma Puntelli, “e adesso, senza aver risolto i propri problemi, che spesso hanno rilevanza sociale, si trovano ad essere sfrattati e a dover pagare anche la mora”. Al di là di ciò che prescrive la legge insomma, l’Amministrazione avrebbe, secondo il Sunia, il dovere di intervenire in casi che, troppe volte, appaiono disperati e sarebbe questo il compito dell’assessorato al sociale. Il sindaco senza ovviamente poter promettere niente, anche per coloro che si troverebbero già il 30 di questo mese fuori dalla porta, si è impegnato a valutare meglio la situazione esaminando tutti i documenti con gli uffici preposti. Circa il caso relativo alla Doganella, che ha visto coinvolti alcuni cittadini senegalesi e non solo inoltre, la situazione di degrado fu denunciata una quindicina di giorni fa proprio da Puntelli che, indirizzandosi ai servizi sociali chiese che la condizione in cui versano le due famiglie italiane che risiedono accanto agli stranieri venissero monitorate, in quanto ormai ridotte a vivere in una casa che così non avrebbe potuto chiamarsi più. “Esistono problematiche di ordine non solo economico ma sociale”, afferma Puntelli, “che l’Amministrazione non può ignorare, e di questo si tratta nel caso specifico”. Ma anche in riferimento ai senegalesi, ai quali il fondo fu concesso proprio dal Comune, il segretario del Sunia, non crede che la strada imboccata dall’Amministrazione possa essere la migliore: “Non si può sfrattare la gente, dargli un mese di tempo, sapendo che non avrà la possibilità di trovare un’altra sistemazione: così si parla di decoro e poi si vuole solamente che vadano a dormire sotto i ponti”. E di questo col sindaco avrebbero voluto discutere anche CGIL ed Arci che il primo cittadino però, ha preferito non ricevere, consentendo l’accesso solo a Momar Tall dell’Associazione “Senegul” e ad altri due rappresentanti della comunità senegalese.