L’entrata nella bella stagione, che farà tirare a tutti, per 6 mesi, un respiro di sollievo, potrebbe essere il momento migliore per una serena riflessione da parte dei camionisti. Questo sostiene Legambiente, invitandoli ad abbandonare un atteggiamento che definisce protezionistico e ad essere più lungimiranti: se infatti difendere l’esonero dal lavaggio per gli automezzi significherebbe certo portare polveri in città, sarebbe altrettanto vero che la stessa misura farebbe perdere alcune giornate di lavoro ai camionisti. “Nel primo trimestre il limite per il PM10 è stato superato 47 giorni”, nota l’associazione ambientalista, “nonostante l’applicazione “annacquata” dell’ordi­nanza, vi sono state sette giornate di fermo camion ed altre sono state evitate per puro caso: anche a prescindere dal rispetto della salute dei cittadini, questa strategia fa davvero gli interessi dei camionisti?” Secondo Legambiente sarebbe fuori discussione che per evitare le polveri in città occorrerebbe far funzionare bene l’impianto di Torano e sottoporre a lavaggio tutti gli automezzi. “Anche il camion più pulito, una volta salito alle cave”, sostiene l’associazione, “ne ridiscende tutto infangato; perciò un impianto di lavaggio rudimentale danneggia direttamente il portafogli del camionista”. Appellandosi quindi agli autotrasportatori la lettera conclude domandando loro: “Perché non chiedere con forza un miglioramento radicale dell’impianto? E guardando al futuro, perché accettare che il nuovo impianto che sarà costruito a Miseglia bassa lavi solo le ruote? Cosa ci guadagna il camionista da un impianto che lascerà sporca la carrozzeria? Se le associazioni degli autotrasportatori sosterranno con forza la nostra proposta ne gioveranno sia i polmoni dei cittadini che le tasche dei camionisti”.