Il caso del Decreto mussoliniano sul pubblico impiego, spedito da Stefano Benedetti (Destra per gli italiani) ad un dipendente comunale, arriverà dritto in consiglio comunale, dopo un ordine del giorno presentato dalla maggioranza. Dunque se ne discuterà martedì 13 aprile, in una seduta straordinaria che partirà alle 18, e sul piatto della bilancia c’è l’accusa di apologia di fascismo, di violazione della privacy e di arroganza e maleducazione ai danni del consigliere Benedetti, che però stavolta annuncia querele prima degli altri: in realtà non ho mai fatto il nome del dipendente a cui ho spedito la lettera; anzi, fu lui ad uscire allo scoperto sui giornali sentitosi attaccato; inoltre non ho mai esteso il giudizio denigratorio a tutta la categoria dei dipendenti, ma ho solamente fatto presente che alcuni, per la verità una piccola minoranza, hanno acquisito l’abitudine di svolgere  attività personali durante l’orario di lavoro”. Dopo il polverone sollevato per la mai sul Decreto fascista, Benedetti si è messo a disposizione della Magistratuta, anche per consegnare  la documentazione e le foto ricevute dal consigliere per posta anonima: “Mi si accusa di nostalgia del periodo fascista e questa è una diffamazione, solo sulla base di un documento storico inviato a titolo personale ad un dipendente, per dimostrargli quanto fosse dura e difficile la vita dei dipendenti comunali durante il Fascismo, rispetto ad oggi”. E infine secondo Benedetti ci sarebbe anche  la possibilità di ipotizzare un abuso d’atti d’ufficio e lo spreco di denaro pubblico: “Il Consiglio Comunale, ogni volta che si riunisce, costa mediamente quasi 4 mila euro; non credo che i cittadini accettino volentieri il modo di operare dei consiglieri comunali di maggioranza che perdono tempo e buttano via il denaro della cittadinanza per discutere di questioni personali che non sono di interesse pubblico”. Alla fine Benedetti chiede al Presidente del consiglio comunale Marco Andreani di intervenire e di evitare queste “ridicolaggini”, ma Andreani non ha dubbio sul da farsi: “E’ un ordine del giorno e non si può fare a meno di discuterlo; anche se i contenuti sono personali, il regolamento non prevede che si facciano distinzioni se non per fatti gravi; insomma non potrei accantonarlo neanche se volessi; ma su Benedetti vorrei dire che dovrebbe accettare anche le critiche al suo operato; infine non c’è nessun rischio di abuso di atti d’ufficio, né di spreco di denaro pubblico; è questa la ridicolaggine”.