“Se il Comune di Carrara avesse voluto veramente intervenire per risolvere il problema delle polveri sottili, lo avrebbe già fatto da tempo”, questo sostengono le associazioni ambientaliste ricorrenti contro l’Amministrazione, mostrando il protocollo d’intesa firmato dalla Provincia, dai Comuni di Massa e di Carrara, dall’Arpat, Asl, Cna, Confartigianato, Api e Associazione Industriali. Il documento fu sottoscritto il 21 gennaio del 2005. Tra le altre obbligazioni, si prescriveva, entro il 31 marzo dello stesso anno, agli autotrasportatori di granulati e terre di provvedere alla copertura con teloni idonei e cassoni a tenuta, alle aziende alla pulizia delle strade e dei piazzali di accesso all’impianto tramite macchine spazzatrici. Entro il mese di giugno inoltre, le imprese avrebbero dovuto asfaltare le strade di accesso alle cave; entro dicembre invece istallare impianti di lavaggio dei mezzi in uscita, quando le aree non fossero asfaltate o i sistemi di carico e scarico non fossero dotati di impianti di aspirazione-depolverazione; provvedere alla copertura parziale o totale dei cumuli con tettoie, e pavimentare le zone di movimentazione mezzi, realizzando inoltre vasche per la sedimentazione delle acque. Agli enti infine, oltre il lavaggio costante delle strade, l’onere di sistemarle e con loro le banchine laterali, con conseguente asfaltatura, nonché quello, fondamentale, di assicurare che le misure ordinate venissero osservate, dando mandato alle forze di polizia di sovrintendere all’attuazione delle opere descritte, dando immediata comunicazione di eventuali trasgressioni agli organi competenti, al fine che questi ultimi adottassero provvedimenti idonei secondo le normative vigenti.