Le cooperative “Arca” e “Foglia del tè”; due realtà che contano nel proprio organico rispettivamente 18 e 70 lavoratori che, se l’Amministrazione non deciderà di dare una svolta alle proprie politiche, saranno costretti a licenziare. Il settore sociale sarebbe dovuto essere un punto di riferimento, al contrario, negli anni le competenze sono gradualmente passate quando all’urbanistica quando all’ambiente, in relazione al compito da svolgere. Lo sgomento dei dirigenti delle cooperative è dato dal fatto che oltre il 60% degli operatori appartiene a categorie particolarmente svantaggiate e difficili da inserire nel mercato del lavoro. Se infatti la maggior parte di loro proviene da centri di igiene mentale, esperienze di tossicodipendenza ed alcolismo, oppure da anni di reclusione in carcere, nel momento in cui si vedranno privati di quel minimo introito mensile garantito dal proprio contratto di lavoro, saranno costretti a reinventarsi un’attività che, data la crisi economica ed il loro vissuto, sarà cosa difficilmente fattibile. “Esistono delle quote d’affidamento a cooperative sociali di tipo B, ovvero composte da lavoratori problematici, che il Comune dovrebbe rispettare per legge”, è questo che i rappresentanti tengono a sottolineare, “invece ad oggi ci troviamo a zero incarichi assegnati”. Gli operatori della “Foglia del tè” sono in ferie dal 1° gennaio, ma se non si correrà ai ripari si dovrà licenziarli e questo, per la prima volta nella storia della cooperativa. Presente all’incontro Bruno Conti, in rappresentanza di Confcooperative, che tiene a sottolineare come, nel momento della firma del protocollo d’intesa provinciale, fu proprio il Comune di Carrara a dimostrarsi più restio ad affidare simili incarichi. Certo non si può pretendere una concorrenzialità da cooperative come queste, anche se i risultati sembrano essere stati buoni, ma che non si tenga conto del servizio sociale che queste offrono, proprio non va giù ai loro amministratori. L’accusa insomma è di poca lungimiranza da parte del Comune che non si renderebbe conto che persone disoccupate con simili problematiche dovranno forzatamente pesare sulle spalle dell’Amministrazione, rischiando anche di scivolare nuovamente nel disagio sociale. La commissione unanimemente appoggia il punto di vista delle cooperative e s’impegna a presentare un documento e promuovere il dibattito in Consiglio Comunale. Ma la discussione si surriscalda già: “Com’è possibile”, insorge Meacci dal Pdl, “che quando discutiamo qui siamo sempre d’accordo, al di là del colore politico, e poi la nostra visione non condiziona mai le decisioni che si prendono dall’alto?”. “Non riusciamo a far permeare i nostri grassi dirigenti di temi importanti come questi”, aggiunge Martini dal Pd, “che sono politici e in sede politica vanno riportati, molto prima di stilare convenzioni squisitamente tecniche, e questo per garantire la continuità dei progetti”.