Obbligo per i camion provenienti dalle cave di passare dall’autolavaggio di Torano potenziandolo ed aggiungendovene un altro di nuova generazione, predisponendo un controllo stabile e costante al fine di assicurare la perfetta pulizia degli automezzi. Provvedere all’allestimento di posti di blocco quotidiani atti a controllare che non vi sia un passaggio superiore ai 120 carichi al giorno consentiti per legge. Assicurarsi inoltre che carichi di scaglie e destriti provengano esclusivamente da attività di escavazione di blocchi, almeno fino al completamento della strada dei marmi. Questi sono solo alcuni dei diktat espressi dal giudice Bartolini il 24 Aprile 2008 e confermati integralmente in sede di reclamo dal Tribunale di Massa con l’ordinanza del 3 Ottobre dello stesso anno. Ai provvedimenti emessi si ordinava inoltre di dare attuazione nel giro di 3 mesi. Ad oggi, rilevando che l’Amministrazione carrarese non ha dato seguito a nessuno degli interventi disposti, le associazioni fanno ricorso, appellandosi alla mancata tutela del diritto alla salute dei cittadini, minata dall’eccedenza di polveri sottili presenti nell’aria. “La situazione che si venuta a creare all’interno del Comune di Carrara”, si legge nel documento depositato dagli avvocati Pasquali e Macchiarini cui le associazioni si sono rivolte, “sta assurgendo a toni oramai grotteschi, tanto che si rende necessario procedere nuovamente in sede giurisdizionale per l’adozione dei necessari provvedimenti esecutivi”. E così si arriva a chiedere la nomina di un idoneo Commissario ad acta che si sostituisca in ogni funzione, dovere, responsabilità, potere e decisione all’inattività posta in essere dal Comune di Carrara nell’esecuzione dell’ordinanza, adottando ogni opportuno provvedimento, ponendo inoltre, a carico della stessa Amministrazione, oltre agli onorari dei legali, anche le spese della nomina del commissario.