Un tesoretto da 75 milioni di euro. A tanto ammonterebbero i residui attivi del Comune di Massa, entrate accertate ma non incassate. Una notizia positiva, vista la progressiva riduzione dei trasferimenti statali agli enti locali. Ma che non indica una virtuosa amministrazione: il credito si è formato negli anni a causa delle inefficienze nel riscuotere e nell’investire il denaro pubblico. “Questo non significa- precisa l’assessore al bilancio Alessandro Volpi- che l’amministrazione si ritrovi con 75 milioni da spendere come meglio ritiene: i residui hanno una destinazione che dovrà essere raggiunta.” Inoltre molti di questi crediti che il comune vanta sono di difficile riscossione: Gaia ha un debito di 7 milioni di euro mentre l’Erp di 900mila euro. Ma essendo morose da molti anni, difficilmente queste due società saranno in grado di pagare i propri debiti che invece sono destinati a salire. Il residuo attivo del Comune di Massa è comunque composto da numerose voci, come i prestiti contratti e mai investiti, e dei mutui accesi e mai spesi, perché le opere a cui erano destinati non sono mai state appaltate. La cifra dei mutui non spesi dovrebbe aggirarsi sui 27 milioni di euro. Ci sono poi le entrate non riscosse di Ici e Tarsu dalle quali mancherebbero rispettivamente un milione e 4 milioni di euro. Anche i mancati trasferimenti da parte di stato e regione rientrano nel conto: gli uffici dell’assessore Volpi stanno ancora lavorando per vederci più chiaro nei conti dell’ente comunale.