Non ama definirsi un artista, piuttosto un artigiano della musica, perché lui la musica la fa così, sporcandosi le mani, suonando, smontando gli strumenti, arrangiando e armonizzando le canzoni, rivisitando i pezzi, soprattutto quelli anni degli anni ‘70: musicista di culto, critico, perfezionista con il fattore X, lui è il pirata della musica italiana, il dandy dei tempi nostri, l’istrione raffinato che con i suoi vezzi e i suoi vizi ha fatto scuola.
Tutti i media vogliono i suoi pareri su qualsiasi cosa. E da un giorno all’altro si è smesso di descriverlo come “quello che stava con Asia Argento” a chi non lo conosce. Ma lui non si fa distrarre dalle nuove attenzioni che il favoloso mondo televisivo nazionalpopolare gli ha procurato. Marco Castoldi, in arte e in parte Morgan, non ama etichette, lui è un professionista, uno che in casa ha sempre respirato musica. Beatles, Pink Floyd, David Bowie, Luigi Tenco, Sergio Endrigo, Franco Battiato, Umberto Bindi, sono gli imprescindibili, perché nella loro musica c’è tutto, come ha spiegato più volte. E lui, Marco/Morgan non manca mai di omaggiarli nei suoi concerti. E così ha fatto anche martedì sera in un teatro Guglielmi tutto esaurito, dove il pirata della musica si è esibito per la gioia di tutti i suoi fans. Un concerto per soli piano e voce, organizzato da Ad Astra Srl. Due ore e mezzo di musica, proposta da Morgan al cospetto di un pianoforte, unico elemento sul palco.
Affascinante, sfuggente e raffinato, Morgan non si è lasciato intervistare. Arrivato a ridosso del concerto, è salito sul palco con una mezzora di ritardo, al cospetto di un pubblico che lo attendeva quieto. Jeans, camicia bianca e giacca, Morgan si è presentato così al suo pubblico, ha salutato e scherzato, e si è diretto al pianoforte, sostenuto da qualche bevanda in lattina, un bicchiere di vino e l’immancabile sigaretta. Il pubblico ha ascoltato e partecipato alla sua esibizione e lui si è divertito ad intrattenerlo con battute e motti di spirito.
Il concerto è filato veloce, scandendo i suoi brani più celebri, come la raffinata Amore Assurdo, la celebre altrove e la struggente cieli neri. Non sono mancate le rivisitazioni musicali dei Depeche Mode, e di David Bowie, omaggiato da Morgan con la melanconica e meravigliosa Space Oddity. Tra le cover straniere non sono mancate Your Song di Elton John, Just the way you are di Barry White. Nel panorama musicale italiano non poteva mancare l’omaggio di Morgan al sempiterno maestro Franco Battiato con “La canzone dei vecchi amanti”, di Jacques Brel, riproposta in Fleurs dal cantautore catanese e cantata da Morgan in un duetto con un giovane cantante; e ancora spazio a Volare, Pippo non lo sa e, direttamente da Italian Songbook, la versione inglese de “il cielo in una stanza” di Gino Paoli.
In chiusura di concerto il pubblico ha chiesto a gran voce alcune delle canzoni di Italian Songbook, ma lui ha deciso per una canzone di Luigi Tenco che, parole sue, dedico a questo fantastico pubblico. Nel bel mezzo del concerto una signora ha lasciato sul palco una bottiglia di barolo, che il cantante ha apprezzato. Non ci sono stati spazi per autografi in teatro. Morgan ha rilasciato una volta in auto, alcuni autografi ad un gruppo di irriducibili che lo aspettavano fuori dal cancello, poi è andato via.
Libero e felice, come suole definirsi. Io aggiungerei imprendibile, e preparato. Dopo X Factor è aumentata la mole di lavoro, tra libri, dischi, tv, Bluvertigo, conferenze e lezioni. Ma Morgan si ritrova identico a Marco Castoldi e si definisce un privilegiato per il lavoro che ogni giorno può fare grazie alla musica.