“Abbiamo invitato il Comune di Carrara a togliere dai regolamenti la norma illegittima con la quale i familiari dei ricoverati in una RSA vengono chiamati ingiustamente a compartecipare al pagamento della retta di ricovero”, afferma il coordinatore nazionale di Aduc Mannini. Il principio dettato dallo Stato, che tutti i comuni italiani, compreso quello di Carrara, sono obbligati a rispettare, è rappresentato dalla normativa ISEE che dispone che la compartecipazione alla “retta sociale” possa essere chiesta solo all’assistito e non ai suoi familiari”. Per sostenere queste ragioni l’associazione si era recata presso la Commissione di Controllo e Garanzia, portando all’attenzione i casi dei propri assistiti, persone che si sono trovate anche con 20 mila euro di debito, per non aver potuto ottemperare ai pagamenti mensili. “La norma già condannata dal TAR regionale nel caso del sindaco di Firenze è la stessa che il Comune di Carrara ha utilizzato dal 2000 ad oggi per “mettere le mani in tasca” ai familiari degli anziani malati”, prosegue Mannini accusando tra l’altro l’assessore Bernardi di aver violato la privacy della referente comunale di Aduc, Ricci, rendendo pubblica la sua situazione di debitrice verso il Comune per il ricovero della madre presso la casa di riposo cittadina. Se Bernardi minaccia di adire le vie legali per recuperare il credito, Mannini afferma che la prossima settimana la questione sarà oggetto di un esposto dell’associazione alla Procura provinciale. Intanto la dirigente ai Servizi Sociali Tommasini è stata ascoltata questa mattina dalla Commissione Controllo e Garanzia e al termine del colloquio si è detta estremamente soddisfatta: “Mi è stata chiesta documentazione ed io ho provveduto a fornirla, dimostrando che il Comune non ha nulla da temere per serietà e trasparenza: noi ci atteniamo alla legge regionale 66 del 2008, se poi altri comuni a livello nazionale hanno sbagliato, questo non è il nostro caso”. Per quanto riguarda le rivendicazioni dell’Aduc infine, dalla dirigenza ai servizi sociali arriva un secco avvertimento: “Che si smetta di infangare il nome dell’Amministrazione, perché noi siamo già pronti ad inoltrare una denuncia per diffamazione”.