Una malattia fulminante l’ha aggredita nel giro di 24 ore. Sara Capellaro, 26 anni, sino a ieri progettava dove trascorrere il weekend con il suo fidanzato, parlava con gli amici del suo futuro, dei suoi sogni. Sono bastate una manciata di ore per distruggere tutto. Adesso la sua vita è come sospesa nel limbo. È in coma profondo, attaccata a una macchina che le soffia brezze vitali e la trattiene nel mondo terreno, mentre il suo cervello non pulsa più. Si chiama morte cerebrale, anche se tutti, a cominciare dai medici che le sono accanto, per continuare con il suo ragazzo e i suoi genitori, sperano in un miracolo.
Sara è bella e piena di vita. E’ lo spot della felicità: lunghi riccioli neri, un sorriso perenne su un volto sbarazzino che la fanno ancora più giovane della sua età. Lei, genovese di Serra Riccò, aveva seguito il suo amore, Matteo Landi, nello spezzino. Da poco più di un anno si erano trasferiti a Ceparana, in un appartamento in via Vecchia. Il loro nido d’amore.
Sara lavora alla reception della Isselnord, la grande azienda di engeneering sorta nella Piana di Follo. Le piace, il suo lavoro. Le piace stare vicino alla gente, parlare, rendersi utile, dicono i suoi amici e colleghi. Matteo Landi, il suo Matteo, è di Arcola. Ha 25 anni ed è conosciutissimo in paese anche per essere difensore della squadra di calcio che milita in seconda categoria.
Il destino sembrava benigno per questi due giovani: avevano trovato lavoro praticamente nello stesso momento: lei alla Isselnord, lui all’Enel. Per questo avevano deciso di mettere su casa assieme, a Ceparana.
Giovedì mattina Sara era al lavoro quando ha iniziato a sentirsi male. Brividi di freddo, nausea, sensi appannati. Si sentiva calda, si sentiva di avere la febbre. Ha resistito per un pochino, poi non ce l’ha più fatta. E’ andata via, è tornata a casa e si è messa a letto. Pensava di avere l’influenza Sara. E subito si è preoccupata: «E se ho l’influenza A, quella che uccide?», ha detto impaurita al suo Matteo che era corso subito da lei. «Ma cosa vai a pensare, sciocchina – l’ha subito tranquillizzata lui, accarezzandole il viso – vedrai che è una banalissima influenza. Due giorni di riposo e poi starai benissimo». Matteo l’ha stretta fra le sue braccia e l’ha baciata.
Durante la notte le condizioni di Sara si sono aggravate, improvvisamente e repentinamente. Nel giro di pochi minuti la febbre è salita, altissima. 39-40-41 gradi e ancora di più. Delirava e si agitava Sara, nel letto oramai madido di sudore. Matteo ha preso il telefono ed ha chiamato i soccorsi. Non poteva continuare a vederla soffrire così. Mentre aspettava l’ambulanza le ha stretto la mano, con la forza dell’amore.
Poi sono arrivati i medici, gli infermieri. La situazione stava precipitando sempre più. Sara era grave, gravissima. Hanno capito che quella non era influenza – nè A nè tradizionale – ma meningite meningococcica fulminante. E di una forma batterica particolarmente virulenta e cattiva, in grado di uccidere una persona nel giro di poche ore. Non c’era tempo da perdere.
Sara è stata trasportata in autoambulanza al pronto soccorso della Spezia. Durante il tragitto le sue condizioni fisiche si sono ulteriormente aggravate. Non respirava più bene, tanto che ha dovuto essere intubata. Quando è arrivata in ospedale Sara era già in coma profondo. Il suo bellissimo sorriso nascosto, oscurato dietro una mascherina che le pompava ossigeno per tenerla in vita, i suoi riccioli scomposti sul cuscino come la chioma di un albero spazzata via dal vento.
Sara sta lottando per la sua vita. Sta lottando affinchè un folletto maligno non le porti via i suoi sogni, il suo futuro. E fuori dal reparto, ma dentro al suo cuore, Matteo prega, impreca e piange. Spera che questo sia tutto un incubo, che tra poco Sara si svegli e che le sorrida, come sempre.
I medici ospedalieri si stanno affannando al suo capezzale. La meningite fulminante si cura con antibiotici e altre terapie, ma questa è di una virulenza assoluta. Sara è ancora viva, anche se sta lentamente scivolando verso l’oblio. Anche i suoi genitori, da Genova, sono accorsi appena hanno saputo quello che le era successo. E sono lì, assieme a Matteo, nel reparto di rianimazione ad aspettare.
La notizia di quello che è accaduto a sara, si è rapidamente diffusa a Ceparana, dove la coppia vive. E sono tanti gli amici sul blog a chiedere a Sara di essere forte e di riuscire a superare questa brutta storia. Tutti tifano per lei.
da Il Secolo XIX