Una ruspa, con braccio lungo 12 metri ed escavatrice, ha dato il colpo finale ieri pomeriggio alla villetta della famiglia Cannone, in Via San Ginese al Cinquale; in realtà ad essere stata demolita, per volere del Comune, è una costruzione gemella, di circa 120 mq che i signori Cannone, originari del sud Italia, residenti a Milano, avevano iniziato a costruire al fianco della villetta dove solitamente passano le vacanze estive e i week and; le due villette erano state rese comunicanti da una scala esterna innalzata sul muro portante ed è per questo motivo che una perizia di parte ritiene pericoloso, a questo punto, buttar giù la nuova villetta abusiva. Abusiva sarebbe in realtà anche la villetta originaria, che però ancora non è stata raggiunta dall’ordinanza di demolizione e pare che abusive siano moltissime altre costruzioni della zona e che le beghe di vicinato stiano portando a numerosi esposti e denunce. Il Sig Cannone sapeva che avrebbe dovuto demolire dal 1 novembre 2003, data del primo avvertimento del comune; il secondo gli è stato pervenuto il 2 novembre 2009, giorno in cui Cannone ha provato a contattare la Fermet, azienda vincitrice di gara, che ha stipulato la convenzione con il comune, per capire se avesse potuto auto demolire la sua costruzione, cercando di risparmiare sul costo dell’operazione: la Fermet rispose che è una pratica usuale (e infatti sono 5 le autodemolizioni avvenute a Massa da quando il comune ha dato il via alle ordinanze) e il Sig Cannone inizia a smantellare da solo, tramite una ditta che gli chiede 4500 per il lavoro finito. Di tutto questo però il comune non viene informato, nè la Fermet era tenuta a farlo per conto del proprietario e così la mattina del 9, secondo ordinanza, la demolizione avviene. Il Sig Cannone crede che non riuscirà a pagare la cifra, che sarà secondo la Fermet superiore ai 4500 euro, ma che è ancora da stabilirsi in base al tariffario e alla metratura della casa da demolire. Il dramma della famiglia cannone si consuma per tutto il giorno: lui invalido civile, sposato, con 2 figli e 2 nipoti che vivono all’estero, ha rischiato di perdere le forze e la lucidità più di una volta: il caso della famiglia Canone potrebbe finire negli annali in realtà per un precedente non da poco: la moglie Vittoria Di Gennaro fu arrestata nel 2006 per abuso edilizio, a seguito di una denuncia che la portò in tribunale e che produsse una sentenza, prevista dalla legge, ma mai verificatasi altrove, specifica l’avvocato difensore Valter Mattarocci, ovvero gli arresti domiciliari per due mesi, che la donna scontò a Milano.