“Non è una scelta della politica chi finisce o meno sul banco degli imputati”: risponde così Massimo D’Alema, in visita a Massa per sostenere la mozione Bersani, a Marco Lenzoni della Asp e ad un gruppo di Carc, che lo hanno aspettato fuori dal Teatro Gugliemi, dove si è svolto il suo comizio, per consegnargli un volantino- appello, in solidarietà dei compagni arrestati  domenica notte a Pistoia. D’Alema all’uscita del teatro cittadino è stato accolto da un bagno di folla, ma anche dalle bandiere rosse dei Carc; nel volantino si legge dell’ingiustizia tutta italiana che fa finire in galera solo gli “antifascisti”: un punto di vista, secondo D’Alema, che ha accettato il volantino ma non ha potuto prendersi la responsabilità politica di chi finisce ogni giorno sul banco degli imputati. Ma il pomeriggio massese di D’Alema era iniziato diverse ore prima, quando alle 18 è arrivato in città e ha visitato la sede del Pd, accolto dal Segretario comunale Gianluca Brizzi, dal coordinatore provinciale della mozione Bersani Enzo Manenti e da tutto il partito ufficiale. Ad attenderlo davanti al luogo del comizio, c’era poi la “seconda festa”, quella fatta da tanti “dissidenti” e da molti bersaniani convinti, il Pd meno ufficiale che a Massa è rappresentato dal sindaco Roberto Pucci. E’ stato suo il saluto a Massimo D’Alema dal palco del Gugliemi: “Nel Pd mi sento a casa, nonostante tutto quello che è successo_ ha detto Pucci_ e nonostante la mia storia nel Pd sia alquanto travagliata”. Poi gli applausi, molti e calorosi, sono stati tutti per D’Alema, che non ha tralasciato frecciate avvelenate a Berlusconi: “ Quando un uomo arriva a dirsi da solo che è il più grande da 150 anni, vuol dire che qualcosa non va”; frecciate anche all’opposizione in generale e a Dario Franceschini, avversario di Bersani nella corsa alla segreteria del Pd: “L’ho sentito dire che bisogna fare più opposizione, ma mi chiedo chi glielo abbia impedito fino ad adesso”. Poi una lieve critica anche al sistema scelto dal Pd per arrivare al segretario nazionale: “Un congresso troppo lungo che ci ha fatto perdere di vista l’Italia; non ci siamo solo noi del Pd, il paese va avanti e se volevamo che il nostro segretario lo scegliesse la gente bastava il voto della piazza, non anche quello dei circoli”. D’Alema ha parlato di Bersani come unico in grado di creare un partito nuovo e di ridare identità ad una politica non di destra: “Loro hanno in più di noi una identità forte: la terra, il dialetto, il richiamo del sangue, la religione; non sono messaggi deboli, tutt’altro e sfondano tra i ceti deboli, più esposti al populismo, alla demagogia e all’inganno televisivo”. Infine anche l’importanza di abbracciare l’Udc: “Dire ad un partito come l’Udc che deve scomparire, come ha fatto Franceschini, è follia”.