Incatenati davanti allo stabilimento Ciet di Via Dorsale. Il mondo del lavoro nel comune di Massa torna a protestare: sono i 12 lavoratori che, secondo un accordo sindacale firmato a Roma lo scorso 27 maggio, avrebbero dovuto ricevere la Cassa integrazione straordinaria per un anno a partire dal 1 giugno 2009 e fino al 31 maggio 2010; ma di questi soldi neanche l’ombra; la Ciet ha lasciato per 4 mesi famiglie senza uno stipendio. La CIS, secondo l’accordo sindacale, avrebbe dovuto riguardare 180 lavoratori, dipendenti Ciet in tutta Italia, di cui 12 nel sito di Massa, l’unico che a fine anno verrà completamente chiuso. Da Roma l’Azienda aveva assicurato che per tutto il tempo concesso di Cassa integrazione, nessun centro operativo sarebbe stato dismesso e invece la prima testa che salta è proprio quella di Massa, dove lavorano in tutto 50 operai. La conferma della chiusura è stata data ai sindacati e alla Rsu lo scorso 25 settembre, quando ad Arezzo si è svolto il tavolo del coordinamento nazionale per la vertenza; il futuro per gli operai in sede a Massa potrebbe essere un trasferimento all’interno di un altro cantiere Ciet: il più vicino è a Ceparana, il più lontano a Caltanissetta. Dunque, dell’accordo del 27 maggio, sono stati ignorati tutti i punti e gli impegni presi e così agli operai Ciet non rimane che manifestare, utilizzando le uniche forme di protesta che conoscono: lo sciopero di 8 ore, il blocco del traffico, come avvenuto lo scorso agosto quando si sentirono le prime avvisaglie di un accordo disatteso e oggi l’incatenamento davanti al loro cantiere. In fila, con i polsi bloccati da una lunga catena fermata ai cancelli, gli operai Ciet hanno atteso anche l’arrivo del sindaco di Massa Roberto Pucci, che quelle mani le ha strette una per una, sapendo di non avere per i suoi concittadini le risposte che cercano; li ha visti disperati per come stanno andando le cose nell’ambito della telefonia, dove si subappalta a chi fa prezzi convenienti e troppo competitivi, perchè gli operai lavorano in nero, perchè non c’è la qualità o la professionalità della gente o perchè il tutto costa meno in quanto non ci sono garanzie di sicurezza per chi lavora. E lunedì 5 ottobre i lavoratori Ciet di Massa sono entrati in assemblea permanente: piantoneranno lo stabilimento di Via Dorsale 24 ore al giorno fino a quando non verrà convocato un tavolo istituzionale sulla vertenza, tavolo che, per essere precisi, le sigle sindacali a livello nazionale avevano già provato a chiedere lo scorso luglio. E  dopo essersi ammanettati, i lavoratori Ciet si sono anche accampati: “Ecco come ci ha ridotto la Ciet”_ dichiara il portavoce della Rsu dei lavoratori Fabrizio Scatena_ costretti in una tenda da campeggio, in attesa che qualcuno convochi questo benedetto tavolo al Ministero del lavoro”. L’Azienda ha impedito ai lavoratori di trascorrere la notte nello stabilimento di via Dorsale, non prima almeno di aver firmato una liberatoria: “Possiamo prenderci la responsabilità delle nostre azione, ma non di quella di terzi_ commenta ancora Fabrizio Scatena, preoccupato che qualcuno, anche solo per dispetto, scavalchi di notte il cancello ed entri in fabbrica provocando problemi_ ; se per caso un vandalo o qualcun altro, danneggiasse quello che c’è dentro la fabbrica ci andremmo di mezzo noi e non sarebbe giusto”. Per non abbandonare la protesta e l’impegno del presidio 24 ore al giorno in assemblea permanente, i lavoratori Ciet hanno così deciso di attrezzarsi con una tenda da campeggio