Passano gli anni ma il Sindaco Persiani non perde l’abitudine di procedere come uomo solo al comando sugli atti fondamentali.
Il bilancio di previsione non è una semplice incombenza burocratica ma il luogo delle scelte principali di un’amministrazione.
Scelte che riguardano la vita di tutti e che proprio per questo dovrebbero essere quanto più possibile condivise.
Ed invece quello che manca dall’atto di programmazione che andrà in discussione domani è proprio la partecipazione.
In primo luogo è mancata la partecipazione dei consiglieri comunali che per avere il dettaglio delle voci di spesa hanno dovuto chiedere l’intervento del segretario comunale. Un fatto mai accaduto prima nella storia della città e spiace porti la firma di un assessore che fino a non molto tempo fa gravitava nel circuito del centrosinistra.
In secondo luogo è mancata la partecipazione delle categorie: il balzello (anzi il salasso) sulla tassa di soggiorno è arrivato come una doccia fredda. Gli operatori hanno detto chiaramente che nei modi e nei tempi il provvedimento non ha senso. E noi aggiungiamo che davvero non si capisce come si possa puntare sul turismo praticando un salasso su chi arriva in una città dove la principale attrazione, ovvero il castello Malaspina, negli ultimi due anni è stata abbandonata all’incuria, dove gli ultimi interventi di restyling hanno prodotto mostri (piazza stazione e piazza Betti per fare due esempi) e dove non ci sono servizi a valore aggiunto realmente percepibili per il cittadino.
Infine è mancata, e manca ormai da quando Persiani si è insediato, la partecipazione dei corpi intermedi. Nelle città più evolute, e Massa lo è stato durante governi di altro colore politico, obiettivo prioritario era fare un accordo di programma sul bilancio con le categorie sindacali per ascoltare e possibilmente condividere le istanze delle categorie più deboli.
Forse però la mancanza di partecipazione è il termometro della volontà di non essere trasparenti.
Due esempi tra i tanti. Si stanziano 1.8 milioni al fondo per la ricapitalizzazione delle società partecipate ma, al di là delle voci di corridoio, ancora in consiglio non è stata fatta un’analisi dell’andamento delle partecipate e sulle ragioni per cui Evam e Cermec, le principali indiziate, sono andate in rosso. Forse non si vuole discutere il lavoro degli “amici” piazzati nelle varie aziende utilizzare come camera di compensazione degli equilibri politici di maggioranza.
Un altro esempio è il piano alienazioni dove finisce la scuola di Ronchi/Poveromo. Sarà un nuovo caso caso Sogegross? Chi potrebbe, infatti, essere interessato a comprare una scuola ai Ronchi? il piano regolatore ad oggi non permette cambi di destinazione d’uso. Forse qualcuno ha fiutato aria di variantina ad personam? Più saggio sarebbe stato in questi anni mettere mano a quello spazio e trasformarlo in un luogo di aggregazione viste le tante richieste da parte del mondo dell’associazionismo in attesa di definire con lo strumento urbanistico un destino appropriato e una corretta valorizzazione per tutta la comunità.
Il bilancio manca anche di coraggio: nonostante gli spazi per 6 milioni di euro, non sono previsti mutui per nuovi investimenti eppure è palese che la città abbia bisogno di più manutenzione. Forse qualcuno ha il dubbio che il governo tagli i fondi al PNRR che in larga parte è coperto con entrate non catalogabili tra quelle sicure per ritardi o cambi di programma?
Infine una piccola nota sull’aumento delle spese per la bolletta energetica che dimostra il velleitarismo di certi progetti faraonici. Il famoso project procede a passo di lumanca ed intanto i cittadini pagano di più e ci sono intere zone della città anche in centri con impianti obsoleti. Se si fosse seguito la strada tracciata per il lungomare oggi avremmo sprecato meno carta in proclami e avremmo un sistema più efficiente ed economico.
Ma ormai si sa, se pur cambiano i compagni, il nostro non ascolta nessuno e tocca poi alla città (vedi tomba al pontile) pagare il dispotismo miope.

Enzo Romolo Ricci
Daniele Tarantino
Giovanna Santi
Gabriele Carioli
Stefano alberti
Ivo Zaccagna
Dina Dell’Ertole