Non ci sono solo ristoranti e locande ad arricchire l’offerta per i turisti e viandanti lungo il Cammino di Aronte. Chi decide di seguire la sirena lungo il tracciato che si snoda fra i paesi a monte attorno al cuore di Carrara può perdersi fra storie e leggende che animano questi antichi borghi per poi rifugiarsi lontano dalla folla, immersi nel verde e fra le vigne con panorami mozzafiato ed opere d’arte per riposarsi e godersi il fresco della notte.  Sono altre due le attività che hanno infatti deciso di aderire all’iniziativa promossa dalla Fondazione Cassa di risparmio di Carrara ricevendo così le vetrofanie con il logo della sirena da apporre all’ingresso, la maglia ufficiale e i depliant per turisti e curiosi: Cava Museo Fantiscritti e il B&B Galleria Ars Apua. 

Quando le montagne sopra Carrara si tingono di bianco, continuate a salire verso la vetta senza perdervi d’animo perché una volta arrivati a Cava Museo Fantiscritti sarete ripagati dalla magia del luogo dove millenni di lavorazione del marmo si legano all’essenza stessa della città e della sua storia. Ad attendervi c’è Walter Danesi, fine conoscitore di ciò che ha reso e rende Carrara unica al mondo, che assieme al padre Alberto, intento a lavorare il marmo, porta avanti un’attività di famiglia iniziata dal nonno Gualtiero, ribattezzato dai turisti Walter (ma l’omonimia è dovuta solo al caso). Un museo privato che raccoglie utensili e materiali legati alla storia della lavorazione del marmo e della vita dei cavatori. Un luogo voluto dal nonno Walter per tenere viva la memoria di Fantiscritti, dove era nato nel ’26, e per non far dimenticare al mondo come si lavorava il marmo dal tempo dei romani a oggi. Ancora oggi è attivo il laboratorio artigianale adiacente al museo dove si lavora il marmo per creare oggetti e souvenir. Poi ci sono le escursioni in jeep fino a mille metri o nella cava in galleria. Ed è qui che i camminatori di Aronte potrebbero sentire lo spirito dell’antico aruspice etrusco perché, si dice, la spelonca si troverebbe proprio nascosta da un ammasso di detriti lungo il versante di fronte al museo. E da lì lo sguardo si apre davvero verso il mare. 

Dopo una giornata di cammino l’ideale è riposare immersi nel verde delle colline sopra Carrara con lo sguardo rivolto alle Apuane. E’ facile lasciarsi trasportare dalla suggestione di Galleria Ars Apua. Un B&B aperto e gestito da Kazuko Oki in memoria del marito scomparso nel 2001, l’artista e scultore giapponese Tatsumi Oki  che partecipò anche al primo simposio in Piazza Alberica. Un luogo davvero incantato, immerso in boschi di castagno con una vigna recuperata che oggi produce circa 25mila bottiglie l’anno, in gran parte destinate al mercato del Giappone ma anche ad alcuni dei migliori ristoranti della costa apuo-ligure. Tutto qui profuma di natura e di arte, nel segno dell’amore. Perché Tatsumi Oki era innamorato di Carrara e qui aveva deciso di vivere con sua moglie, Kazuko, sposata nel 1998 perché, come racconta lei stessa, “per lui questa era casa”. Arrivano insieme nel 2000 e abitano in una piccola casa a Torano. Poco dopo la tragica scomparsa, Kazuko rimane fedele al sogno del marito e torna a Carrara, prima per scrivere un libro dedicato a lui e alla sua arte. Nel 2004 investe e compra l’immobile all’asta, lavora sodo per liberarlo dalla rovina e lo riporta alla luce per aprire così il B&B, rinnovare la vigna e costruire la cantina. Produce anche miele, certificato. E ogni angolo della casa e B&B respira l’arte del marito: ci sono le sue opere, dall’ingresso al vialetto al grande salone d’ingresso. Le sue opere campeggiano anche sulle etichette del vino, come ‘Marmor – Lacrima’ dove tre figure stilizzate sono il simbolo della famiglia e dello sviluppo dell’umanità.