MOZIONE

 

CONSIDERATO CHE:

– La violenza di genere è una grave violazione dei diritti umani e della libertà in tutte le sue sfere, personale, lavorativa ed economica, oltreché un problema culturale;

– Nell’ultimo anno di osservazione circa 3700 donne si sono rivolte ai Centri Antiviolenza, secondo quanto riportato nel dodicesimo Rapporto sulla Violenza di Genere, pubblicato dalla Regione Toscana;

– I dati inerenti ai casi di violenza, relativamente al periodo del lockdown conseguente alle misure anti-covid, rilevano che la convivenza e il confinamento forzati hanno aggravato situazioni di violenza preesistenti all’interno della famiglia;

– Che vi è stata una flessione delle richieste di intervento nella fase più rigida dell’isolamento sociale da parte delle donne e un aumento di richieste di aiuto nella fase successiva;

– La maggiore difficoltà per il raggiungimento dell’autonomia da parte delle donne vittime di violenza – che hanno intrapreso un percorso presso una casa rifugio nei Centri Antiviolenza – è trovare una soluzione abitativa decorosa e capace di soddisfare le esigenze proprie ma soprattutto, nella maggior parte dei casi, dei figli minori;

– Il reinserimento nel mondo del lavoro per le vittime di violenza di genere risulta difficoltoso, compromettendo quel fattore determinante per l’emancipazione femminile che è l’indipendenza economica. Elemento, quest’ultimo, decisivo anche per l’uscita definitiva dal circolo delle violenze;

– Frequenti sono i casi di donne che, una volta uscite dalla casa rifugio, non rientrano nel proprio comune di residenza, dove abita anche colui che si è macchiato di violenza ai danni delle stesse;

– Attualmente, in base ai criteri di assegnazione stabiliti dalla Legge Regionale Toscana n. 2 del 02.01.2019 e dalle successive modificazioni e/o integrazioni, non è prevista una graduatoria riservata a donne che, uscite dalle case rifugio, preparano il loro rientro in società, né sono previste specifiche misure per favorire l’accesso ad altri tipi di edilizia sociale;

– La Legge Regionale Toscana offre tuttavia la possibilità ai Comuni di destinare fino al 40% delle abitazioni di Edilizia Residenziale Pubblica a finalità sociali;

 

IMPEGNA

Il Sindaco e la Giunta ad intervenire presso la Regione Toscana e il Presidente Eugenio Giani  per chiedere l’ avvio di  un percorso che favorisca il reinserimento nel tessuto sociale ed economico di donne vittime di violenza, che escono dalle case rifugio, ovunque dislocate;

Destini, anche attraverso il coinvolgimento dellq nostra Amministrazione Comunale, alcune abitazioni di edilizia residenziale pubblica o di altre forme di edilizia sociale alle donne vittime di violenza;

Sostenga e promuova percorsi di formazione delle donne vittime di violenza e incentivi politiche di inserimento attivo per chi si trova ad aver vissuto esperienze di violenza;

Sensibilizzi le imprese alle assunzioni di coloro che escono dalle case rifugio, incentivando le misure di sostegno alla genitorialità;

Si adoperi per istituire anche nella nostra Regione, sull’esempio di altre Regioni d’Italia, la figura del Garante per la tutela delle donne vittime di violenza.

Si includa le donne vittime di violenza – che hanno intrapreso un percorso di protezione nei Centri Antiviolenza – tra le categorie destinatarie di agevolazioni nell’inserimento lavorativo ed abitativo.

 

I CONSIGLIERI COMUNALI

 

STEFANO BENEDETTI

GIOVANBATTISTA RONCHIERI

FORZA ITALIA

ANTONIO COFRANCESCO

GRUPPO MISTO