Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Massa Carrara, dott. Dario Berrino, su richiesta della Procura della Repubblica, nella persona del Procuratore Capo dott. Piero Capizzoto e del Sostituto Procuratore dott.ssa Alessia Iacopini, ha emesso 16 misure cautelari. Le predette misure ordinate dall’A.G. consistono in 12 obblighi di dimora nel territorio della provincia di Massa Carrara, unitamente all’obbligo di permanenza domiciliare dalle ore 19.00 alle ore 6.00 ed all’obbligo di presentazione agli uffici di polizia per la firma due volte al giorno nelle ore diurne, e ulteriori 4 obblighi di presentazione per due volte al giorno negli uffici di polizia giudiziaria.

Gli indagati, tra cui tre ragazze, tutti residenti nella città del marmo, hanno un’età che va da diciotto ai trentadue anni, alcuni di loro hanno precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e contro la persona.

Nel corso delle perquisizioni domiciliari, a casa di uno degli indagati sono stati rinvenuti i guanti che erano stati rubati durante l’aggressione ad uno degli agenti, mentre in altre tre abitazioni sono stati rinvenuti piccoli quantitativi di hashish e marjuana. Infine, a carico di tutti e sedici gli indagati sono state contestate le violazioni inerenti le misure anti Covid 19.

I FATTI

La notte del 23 agosto 2020, in frazione Marina di Carrara, personale della Squadra Volante del Commissariato di PS di Carrara si recava in ausilio al personale interforze, già disimpegnato in loco nello specifico servizio di ordine pubblico, denominato “Movida”, attesa la segnalazione di una accesa lite in corso. Sul posto, gli operatori della Polizia di Stato, constatando l’effettiva presenza di due giovani che avevano già ingaggiato una violenta colluttazione, provvedevano a separare i contendenti, cercando di ristabilire l’ordine.

Tra questi, solo uno si mostrava collaborativo mentre l’altro adoperava violenza per opporsi agli agenti che volevano legittimamente sottoporlo a controllo. Il medesimo, dopo aver spinto l’operatore, il quale perdeva l’equilibrio andando ad impattare con il gomito destro, contro un muro, inveiva nei confronti dei due operanti con le seguenti frasi “bastardi, che cazzo volete“.

Gli agenti decidevano di portare il soggetto verso le autovetture di servizio, sussistendo tutti i presupposti per procedere all’arresto facoltativo in flagranza per il reato di violenza, resistenza e lesioni a P.U. Durante il breve tragitto il giovane persisteva nel suo atteggiamento ostruzionistico e, dimenandosi, colpiva gli operatori in più parti del corpo, facendoli oggetto di pesanti minacce: “ti uccido, figlio di puttana, ti ammazzo…

Gli operanti riuscivano ad accompagnarlo a fatica sull’autovettura di servizio, che veniva circondata da un gran numero di persone che cercavano di evitare che il giovane, venisse allocato su una delle autovetture di servizio; veniva danneggiato gravemente uno dei mezzi, e veniva staccato lo sportellino del serbatoio con annesso il tappo che veniva in seguito rinvenuto sul selciato.

Alcuni dei presenti, oltre a inveire direttamente nei confronti degli agenti, fomentavano la folla proferendo le seguenti frasi “butta la sigaretta nel serbatoio e dai fuoco alla macchina, il popolo è tutto contro di voi, la divisa non vale un cazzo” istigazione che, qualora portata a termine, avrebbe provocato una vera e propria strage, essendo tutti gli operatori, e gran parte degli stessi avventori, a ridosso o diretto contatto con il veicolo preso di mira.

Alcuni dei giovani che avevano circondato l’autovettura di servizio, inoltre, aprivano più volte il cofano posteriore, cercando di asportare il materiale contenuto all’interno. Nel corso di questa ennesima azione violenta, gli operatori riuscivano ad evitare che lo sfollagente venisse sottratto da coloro che avevano circondato l’autovettura, i quali afferravano e cercavano di asportare anche le pistole in dotazione al personale, ma riuscivano solo a strappare e sottrarre la bomboletta dello spray Capsicum, agganciata al cinturone.

Nel contempo seguiva un ulteriore atto di ritorsione e rappresaglia nei confronti degli operatori, attraverso il compimento di veri e propri atti di aggressione, seguiti da un fitto lancio di oggetti contundenti, bicchieri, sostanze liquide, pietre e una bottiglia di vetro che attingeva al sopracciglio sinistro di uno degli agenti, il quale veniva anche colpito con calci alla schiena una volta caduto sul suolo.

LE INDAGINI

L’accurata visione dei filmati acquisiti dai social e dalle telecamere del Comune ha consentito agli investigatori del Commissariato P.S. di Carrara di ricostruire e documentare, integralmente, la dinamica dei fatti sopra descritta, cristallizzando la scena, consentendo di identificare sedici giovani e di delinearne le condotte illecite tenute da ciascuno dei predetti soggetti nel corso della concitata dinamica degli eventi. Tale attività veniva espletata dai poliziotti della Squadra di P.G. lavorando incessantemente per cinque giorni, con l’ausilio ed in sinergia con gli altri uffici del Commissariato, consentendo di cristallizzare l’evento in maniera dettagliata, riscostruendo ogni singola posizione, tutte compendiate nella informativa trasmessa alla Procura della Repubblica di Massa Carrara.

Nella peculiare vicenda in esame, a ben vedere, oltre al contributo morale che ciascuno ha fornito attraverso la propria individuale condotta di incitamento ed aggressione verbale ai danni degli operatori, tutti gli indagati hanno materialmente compiuto azioni violente che, in diverso modo e con diversa intensità, hanno concretamente ostacolato, o contribuito ad ostacolare, l’atto di servizio degli agenti, così come emerge in modo nitido dalla dettagliata descrizione delle condotta di resistenza contestata singolarmente ad ogni indagato.

La condotta illecita risulta altresì aggravata dalle circostanze, correttamente contestate, di cui al secondo e terzo comma dell’art. 339 c.p., per cui è previsto un notevole inasprimento di pena laddove la violenza o minaccia usate nei confronti del pubblico ufficiale sia commessa da più di dieci persone riunite, nonché mediante il lancio o l’utilizzo di corpi contundenti o di altri oggetti atti ad offendere, entrambe circostanze concretamente e specificamente sussistenti nel caso di specie, come risultato dalle emergenze investigative sopra descritte.

Gli operatori di polizia, che hanno tenuto, come emerge nitidamente dai filmati, un contegno del tutto irreprensibile, sono stati letteralmente travolti da un’azione aggressiva corale posta in essere da un folto numero di persone simultaneamente, e che ha di fatto impedito l’arresto di due persone e cagionato lesioni personali agli agenti in servizio.