Gli uomini della Squadra Mobile hanno eseguito un’ordinanza di misura di custodia cautelare in carcere a carico di un massese di 62 anni, resosi responsabile per lesioni nei confronti di sua moglie e degli altri componenti del nucleo familiare. La donna, stanca di continuare a subire atti di violenza gratuita (in molti casi per futili motivi) non soltanto verbale ma anche fisica, si era rivolta alla Polizia di Stato per chiedere aiuto.

Ai poliziotti aveva raccontato dei comportamenti aggressivi da parte dell’uomo che era alle prese con dipendenze alcoliche e che avevano messo la donna in uno stato di profonda prostrazione psicologica rendendola di fatto incapace di autodeterminarsi. Inoltre le violenze erano avvenute in presenza dei figli (maggiorenni) della coppia, vittime anche loro in diversi casi delle violenze paterne.

Dopo innumerevoli situazioni di difficoltà in cui si era venuta a trovare la donna, in conseguenza dei comportamenti aggressivi del marito, ha deciso di rivolgersi alla polizia che, in diverse occasioni, anche alla vigilia di ferragosto era intervenuta con le Volanti, traendo in arresto l’uomo che però era tornato in libertà solo dopo alcuni giorni.

Subito sono ricominciate le violenze ed i soprusi che hanno indotto all’intervento il personale della sezione specializzata che si occupa della tutela delle fasce deboli e vittime di violenza familiare della Squadra Mobile. Agli investigatori la donna, ha poi raccontato l’inferno delle violenze fisiche e psicologiche subite dal proprio uomo, incapace di affrontare i problemi propri e quelli di coppia se non attraverso l’uso sistematico della violenza in sostituzione di un dialogo inesistente in relazione alle richieste di bisogno della donna.

Gli operatori della Squadra Mobile hanno compreso la gravità di quanto stava accadendo alla famiglia ed hanno portato a conoscenza delle continue vessazioni compiute dal sessantenne il magistrato, rappresentando l’escalation di violenze in atto.

La decisione della donna di troncare con il suo insopportabile passato è culminata in un presente, costituito dalla decisione della magistratura, che ha così raccolto i risultati delle attività di ricostruzione dei fatti svolta dagli investigatori della Polizia di Stato ed ha emesso il provvedimento restrittivo nei confronti dell’uomo che attualmente si trova in carcere.