Nella mattinata odierna è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra la Direzione Interregionale per La Toscana, la Sardegna e l’Umbria dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – Ufficio delle Dogane di Pisa e la Capitaneria di Porto di Marina di Carrara, con il quale sono state definite le procedure operative per l’esecuzione di analisi chimiche volte a verificare l’effettivo quantitativo di zolfo contenuto nei combustibili in uso alle navi che scalano nel porto di Marina di Carrara.

Questa virtuosa collaborazione trae origine dall’Accordo quadro siglato nel Marzo del 2017 a livello centrale tra il Ministero dei Trasporti – Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in attuazione della legge di recepimento della Direttiva 2005/35/CE, allo scopo di consentire ai militari della Guardia Costiera di esercitare concretamente l’attività di controllo sul quantitativo degli inquinanti contenuti all’interno del combustibile marittimo, grazie all’effettuazione di analisi presso i qualificati laboratori dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Grazie alla sinergia delle risorse e delle professionalità di ciascuna Amministrazione firmataria, d’ora in avanti sarà pertanto possibile un riscontro in concreto mediante campionamento, per la verifica del rispetto dei limiti delle emissioni in atmosfera imposti dalla normativa vigente, divenuta ancor più stringente a partire dal 1 gennaio 2020, prevendo un quantitativo massimo ammissibile di zolfo pari allo 0,5% in massa, in navigazione e 0,1% quando la nave è in sosta in porto.

La Capitaneria di Porto precisa che, nel corso degli anni precedenti e cioè dal 2010 – anno a partire dal quale la Convenzione internazionale Marpol ha iniziato a prevedere una limitazione via via crescente del contenuto di zolfo nei combustibili marittimi e delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) da parte dei motori delle navi – i controlli sono sempre stati eseguiti puntualmente mediante una verifica della documentazione tecnica fornita dai cd. supplier, ossia dai fornitori di combustibile marittimo certificato con un tenore di zolfo entro i limiti imposti dalla normativa vigente, nonché effettuando riscontri sulle piattaforme informatiche di riferimento.

Da oggi, pertanto, al controllo documentale, si affiancherà anche quello chimico fisico, effettuato dai laboratori di analisi, all’uopo messi a disposizione da parte dell’Agenzia delle Dogane, che certificheranno la rispondenza del combustibile utilizzato dalla nave, al momento del controllo, ai limiti imposti dalla normativa vigente, mediante il cd. sampling, cioè prelevamento di più campioni direttamente dai serbatoi della nave soggetta a controllo.

Nel 2018 e 2019 sono stati svolti in tutto 153 controlli documentali allo scopo di verificare la conformità ai parametri legali del combustibile ad uso marittimo, tuttavia, “con la stipula di tale protocollo operativo” – dice il Comandante ALOIA – “viene data anche una rassicurazione ulteriore alla cittadinanza marinella sul rispetto della normativa vigente in tema di inquinamento dell’aria da parte delle navi, misurandone analiticamente tutti i parametri”.

La Guardia Costiera ricorda che in caso di accertamento di eventuali violazioni dei limiti imposti, l’armatore e il comandante della nave saranno sanzionati con un verbale amministrativo con limiti compresi tra 15000 € e 150000 €, il sequestro di tutto il combustibile presente a bordo e dovranno provvedere – a proprie spese – ad un nuovo rifornimento con combustibile a norma.