Dunque è caduto un tiglio, un albero che in alcuni casi può arrivare anche a 500 anni di vita. Il nostro ne aveva 100 e un nubifragio lo ha abbattuto. Ma non facciamone un dramma, non strumentalizziamo sempre tutto a fini politici e non inventiamoci colpe che non ci sono, approfittiamone invece per trarne spunto e dar vita al progetto, per altro da noi già sottoposto all’Amministrazione nell’ottobre del 2013,  di un semplice ma opportuno rifacimento di piazza del Teatro che di fatto, da anni, non è più tale. Quando si provvide ai primi del ‘900 ad alberare il viale, furono sottovalutati gli effetti dell’accrescimento delle piante, un accrescimento che negli anni ha offuscato la vista del Teatro privandolo di quel “respiro” che meriterebbe e di cui godono la generalità dei teatri.

Credo sia l’unico in Italia ad avere una platea di alberi. L’abbattimento di altre tre o quattro piante andrebbe invece secondo noi a vantaggio di una ritrovata visibilità di cui il nostro Teatro ha pieno diritto. Senza ricorrere a progetti faraonici e utopistici, a costo praticamente zero, con semplici jersey di plastica, potrebbe essere sperimentata anche la nuova viabilità introducendo il doppio senso di marcia nella corsia sinistra del viale Chiesa e riservando la destra agli stalli e poi vietando l’accesso a via delle mura nord così da ricreare l’antica piazzetta di fronte al l’Istituto Palma, finalmente Felice. Ai difensori del verde a tutti i costi dico : per ogni albero abbattuto dinanzi al Teatro piantiamone due in largo Matteotti e provvediamo a rialberare piazza Garibaldi così come era stata inizialmente concepita e cioè con bellissimi filari di oleandri, una pianta che non abbisogna di cura alcuna, nemmeno di annaffiature, ma in estate fornisce una spettacolare nota di colore.

Franco Frediani

Nell’immagine il rendering della nuova viabilità redatto dall’arch. Marco Tonelli e il Teatro come apparirebbe con l’abbattimento di alcuni tigli.