
In consiglio comunale ieri si è discussa la mozione di Stefano Alberti, Pd, e sottoscritta da altri consiglieri di opposizione, per dire no alla vendita della farmacia n.2 di via Zini, a Marina di Massa. Una polemica che si è aperta ancora prima di arrivare in consiglio comunale perché «avete basato l’atto su un articolo di giornale senza neanche esservi informati agli uffici» ha attaccato la maggioranza. Il Pd vuole difendere la farmacia da una procedura di vendita che per l’amministrazione non esiste. La maggioranza non ha nascosto che ci sia bisogno di una riorganizzazione, di capire gli introiti delle singole farmacie, e magari anche di uno spostamento dell’attività di Marina considerati i locali ristretti, «se il rischio non vale la candela, c’è da fare una scelta altrimenti si spreca denaro pubblico» ha detto l’assessore Pierlio Baratta, ma per la maggioranza la mozione è un processo alle intenzioni. Per il Pd, «non è comprensibile la motivazione che la farmacia non produca utili, di fatto neanche perdite, c’è bisogno di un piano di riorganizzazione delle farmacie comunali con una regia unitaria – si legge sulla mozione – dal centro unico di acquisti alla gestione del personale». «Sappiamo che la farmacia è in difficoltà a causa della Ztl, degli spazi ridotti e perché non c’è personale sufficiente ed imputando tutte le spese possibili abbiamo calcolato un utile di 50 mila euro» ha sottolineato Alberti. Ma che quella attività non sia in vendita né rientra nel piano delle alienazioni lo hanno confermato sia l’assessora Nadia Marnica sia l’assessore Baratta. «L’atto non prende in considerazione fatti esistenti e non è in discussione il personale – ha aggiunto il sindaco – ma non si possono limitare obiettivi futuri perché dobbiamo anche pensare che si tratta di un servizio pubblico e più rende, meglio è per le casse comunali».